Giovedì il Parlamento europeo sarà chiamato a votare una mozione di sfiducia contro la Commissione guidata da Ursula von der Leyen. In un post su X, ripreso anche su Instagram, l’eurodeputata Ilaria Salis, del gruppo LEFT, ha confermato la sua ferma opposizione, annunciando che il suo voto sarà un’astensione, rifiutando quindi sia il sostegno alla Commissione sia un appoggio a chi propone una sfiducia presentata dall’estrema destra .
Nel suo intervento, Salis critica duramente le politiche del presidente dell’esecutivo europeo, accusandole di essere “antisociali e classiste, belliciste e filo‑israeliane, nocive per l’ambiente, intrise di razzismo”. Per questi motivi dichiara: “non voteremo la fiducia”. Tuttavia, lei e il suo gruppo non appoggeranno neanche la mozione di sfiducia promossa dall’estrema destra, considerata “uno squallido teatrino politicista orchestrato dai neofascisti di tutta Europa” ().
Il contesto
La mozione è stata presentata da deputati conservatori e sovranisti, ma non gode di reale possibilità di passaggio: servono sia la maggioranza assoluta dei deputati (almeno 361 su 720) sia i due terzi dei presenti . Secondo le analisi di esperti, le chance che la mozione vada in porto sono minime, anche perché l’Europarlamento si è sempre mostrato compatto nel respingere iniziative simili, ad esempio quella fallita nel 2014 contro la Commissione Juncker .
I socialisti della S&D hanno espresso giudizi duri su von der Leyen, ma si stanno orientando verso un’astensione o un voto contrario, per non restare “schierati con la destra” . I Verdi e la Sinistra europea, infine, rifletteranno sulle loro posizioni in assemblea, ribadendo però di non voler sostenere iniziative promosse dall’estrema destra .
Le scelte di Salis
Ilaria Salis sottolinea che il voto sarà guidato da principi e non da una convenienza tattica. La sua posizione si basa su tre pilastri:
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contrasto alle politiche deludenti della Commissione, definite “antisociali e classiste, belliciste e filo‑israeliane, nocive per l’ambiente, intrise di razzismo” ();
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rifiuto netto di appoggiare la mozione di sfiducia dell’estrema destra, vista come un tentativo di infiltrarsi nelle istituzioni e rompere il cordone democratico;
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scelta dell’astensione come segnale, per restare coerente con la propria opposizione antifascista e ribadire l’importanza di una critica costruttiva “dentro e fuori dal Parlamento”.
Implicazioni ed effetti
Se la mozione dovesse passare, cosa improbabile, si troverebbe al potere una nuova Commissione con una maggioranza ancora più spostata a destra. Secondo Salis, ciò comporterebbe un aumento dell’“autoritarismo” e un’ulteriore deriva “antisociale, classista, razzista, bellicista e ambientalmente dannosa”.
Anche i socialisti e i Verdi guardano a un futuro in cui, pur contestando la presidente della Commissione, rifiutano di contribuire a questa operazione politica tintinnata dall’estrema destra .
La decisione di Ilaria Salis e del gruppo LEFT di astenersi rappresenta una posizione netta ma non convenzionale: un segnale di rottura rispetto alla Commissione, ma nell’ottica di un’opposizione antifascista, costante e radicata, che non vuole “sporcarsi le mani” sostenendo iniziative guidate da forze neofasciste. Il voto di giovedì sarà quindi uno specchio delle strategie politiche europee tra fazioni, valori e assetti istituzionali.



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