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Gli scienziati scoprono le antiche origini della cannabis



Come specie, abbiamo sviluppato un legame stretto con la cannabis da migliaia di anni. È, infatti, tra le prime piante che l’essere umano abbia mai coltivato. Allo stesso tempo, la sua storia è stata turbolenta e controversa, soprattutto a causa delle proprietà psicoattive di alcune varietà. Altre varietà, come la canapa, hanno un contenuto molto basso di THC, ma si sono rivelate ideali per la produzione di tessuti e applicazioni industriali.



Con il tempo, sono nate numerose varietà, rendendo difficile stabilire con esattezza il momento in cui la pianta è passata dallo stato selvatico a quello coltivato. Tuttavia, un recente studio ha permesso a un gruppo di ricercatori di fare luce sulle origini della Cannabis sativa e su come si sia evoluta nelle diverse varietà che conosciamo oggi. Queste nuove scoperte offrono una prospettiva inedita sull’evoluzione di una pianta dalle straordinarie potenzialità.

Come i ricercatori hanno ricostruito le origini della cannabis

Per lo studio, i ricercatori hanno analizzato il genoma di 110 varietà di cannabis provenienti da tutto il mondo. Grazie alle più moderne tecniche di sequenziamento del DNA, sono riusciti a comprendere meglio come la Cannabis sativa si sia diversificata nel corso del tempo.

L’analisi delle sequenze genetiche ha consentito di creare alberi filogenetici che tracciano i legami tra le diverse linee genetiche della pianta. Le mappe ottenute hanno rivelato l’evoluzione progressiva di quattro gruppi distinti di cannabis.

Uno degli aspetti più sorprendenti della ricerca è stata l’identificazione di un gruppo chiamato “basal cannabis”, un ceppo fondamentale che fino ad oggi era sfuggito agli studi scientifici. Questo gruppo rappresenta una sorta di “sorella” genetica delle varietà conosciute e si distingue sia dalle varietà psicoattive che da quelle industriali.

La basal cannabis comprende varietà locali ancora presenti in alcune aree della Cina, oltre a ceppi selvatici. Secondo i ricercatori, questa varietà somiglia più di ogni altra alle forme selvatiche esistenti prima dell’intervento agricolo umano. I due gruppi condividono infatti marcatori genetici assenti nelle varietà moderne coltivate.

Sulla base di questi dati, gli studiosi suggeriscono che la prima coltivazione della cannabis sia avvenuta nell’Asia orientale, contrariamente alla teoria secondo cui la pianta sarebbe stata coltivata inizialmente in Asia centrale. I risultati indicano inoltre che la separazione tra la basal cannabis e le varietà coltivate risale a circa 12.000 anni fa, in coincidenza con l’inizio dell’agricoltura nel Neolitico. È stato invece circa 4.000 anni fa che le varietà di canapa e quelle psicoattive hanno iniziato a differenziarsi da un ramo comune dell’albero evolutivo.

Un viaggio intorno al mondo

Le testimonianze archeologiche mostrano che già in quell’epoca in Asia orientale si producevano oggetti a base di canapa. Da lì, la coltivazione della cannabis si è diffusa verso ovest, raggiungendo l’Europa e successivamente il resto del mondo.

Secondo lo studio, le varietà psicoattive si sono diffuse dall’Asia orientale verso l’India circa 3.000 anni fa. Negli ultimi mille anni, queste varietà si sono espanse dall’India all’Africa e all’America Latina, arrivando nel Nord America solo molto più tardi. Fu infatti solo nel Seicento che i coloni europei portarono negli insediamenti americani corde e tessuti di canapa.

Nel corso dell’Ottocento, le varietà cinesi iniziarono a sostituire quelle europee più antiche. Solo nel XX secolo, però, le varietà psicoattive entrarono a far parte della società nordamericana.

Le domande ancora aperte

Nonostante lo studio abbia colmato molte lacune sulla storia della cannabis, rimangono ancora diversi aspetti da chiarire. La ricerca, infatti, presenta alcune limitazioni che non permettono di tracciare un quadro completo. Ad esempio, non sono stati inclusi campioni provenienti da Afghanistan e Russia, due aree chiave nella storia della cannabis.

Inoltre, lo studio si è basato esclusivamente su campioni viventi. L’analisi di esemplari conservati negli erbari avrebbe potuto fornire ulteriori dati utili a completare il quadro.

Nonostante ciò, la ricerca rappresenta un passo importante in un campo che, fino a poco tempo fa, era limitato da restrizioni legali. Con il progressivo cambiamento dell’opinione pubblica sulla cannabis, si aprono nuove possibilità di ricerca, permettendoci di ricostruire sempre più accuratamente la lunga e affascinante storia di questa pianta.



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