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Greta Thunberg nel mirino del governo svedese: “Nessuna denuncia ai nostri rappresentanti durante la visita in Israele”



Il ministero degli Affari Esteri della Svezia ha annunciato l’apertura di un’indagine riguardo alle denunce di violenza e maltrattamenti subiti da Greta Thunberg e altri attivisti durante la loro detenzione in Israele. Tuttavia, il ministero ha anche espresso riserve sulla versione degli eventi fornita da Thunberg, la quale ha recentemente arricchito la sua testimonianza con dettagli più gravi.



Gli attivisti della Flotilla, tra cui Thunberg, hanno affermato di essere stati soggetti a vessazioni e violenze mentre erano trattenuti dalle autorità israeliane. Thunberg, in particolare, ha descritto le condizioni di detenzione come estremamente dure, lamentandosi di maltrattamenti fisici e di una mancanza di accesso a cibo e acqua potabile. Intervistata dal quotidiano svedese Aftonbladet, ha dichiarato di essere stata malmenata, subendo calci e insulti, e di non aver ricevuto acqua pulita durante la sua detenzione, che ha visto anche una carenza di viveri.

La giovane attivista ha raccontato di essere stata rinchiusa in una gabbia con circa 60 altre persone in condizioni di estrema calura, con temperature che superavano i 40 gradi. Thunberg ha riferito: “Quando le persone svenivano, battevamo sulle sbarre e chiedevamo un medico. Allora le guardie si avvicinavano e dicevano: ‘Vi gasseremo’”. Inoltre, ha aggiunto di essere stata legata a una bandiera israeliana e trascinata, con i soldati che le avrebbero intimato di “non toccare la bandiera”, mentre la colpivano con calci.

Queste affermazioni hanno suscitato l’attenzione del ministero degli Esteri svedese. Svante Liljegren, consigliere ministeriale, ha risposto alle accuse di Thunberg, sostenendo che il personale dell’ambasciata svedese “non ha fatto nulla se non dire: ‘Il nostro lavoro è ascoltarvi. Siamo qui e avete diritto al supporto consolare’”. Liljegren ha chiarito che il ministero e l’ambasciata non hanno alcun interesse a nascondere informazioni, ma ha anche fatto notare che “gli svedesi non avrebbero raccontato al personale che li ha visitati in prigione di essere stati picchiati”.

Nonostante le divergenze tra le versioni, il ministero sta conducendo un’indagine per chiarire i fatti, collaborando con altri Paesi e con le autorità israeliane. La situazione è complessa e le testimonianze di Thunberg e degli altri attivisti sollevano interrogativi sulla condotta delle forze di sicurezza israeliane.

In un clima di crescente tensione, le dichiarazioni di Thunberg hanno portato a una maggiore attenzione mediatica e diplomatica sul trattamento degli attivisti in Israele. La sua testimonianza, già nota per il suo impatto globale, ha attirato l’interesse non solo in Svezia, ma anche a livello internazionale, sollevando interrogativi più ampi sui diritti umani e sulla libertà di espressione.

Il ministero degli Esteri svedese ha ribadito il suo impegno a fare luce sulla questione e a garantire che eventuali violazioni dei diritti umani siano investigate. Gli sviluppi futuri saranno monitorati con attenzione, poiché l’indagine potrebbe avere ripercussioni sia sulla diplomazia svedese che sulle relazioni internazionali con Israele.



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