Da giovedì 24 aprile, Roma è stata teatro di una mobilitazione per il ritrovamento della gatta Yuna, sfuggita dal trasportino mentre viaggiava con la sua giovane proprietaria. L’appello per il suo recupero ha circolato ampiamente su Facebook e tra gli appassionati di animali, ma per giorni sembrava non esserci alcun progresso.
Il 30 aprile, la sezione locale dell’Enpa ha fornito un aggiornamento che ha sorpreso tutti coloro che erano coinvolti nella ricerca di Yuna. La gatta, fuggita nella linea B della metropolitana dopo essere scappata dal trasportino, apparteneva a una ragazza di 14 anni di origine sudamericana. Quella sera stessa, un utente aveva pubblicato su Facebook una foto della gattina spaventata all’interno di un vagone.
La situazione era critica: la gatta Yuna vagava nella metro B di Roma, e c’era il timore che un treno potesse investirla. Volontari e cittadini si sono uniti per cercare di riportarla alla sua giovane proprietaria, per la quale “Yuna era tutto il mondo”, come hanno spiegato a Fanpage.it coloro che la conoscevano. Tuttavia, la ragazza ha atteso diversi giorni prima di rivolgersi alla polizia, probabilmente a causa delle barriere linguistiche e della marginalizzazione che molte famiglie straniere affrontano con le autorità italiane.
Purtroppo, la giovane non riavrà più la sua Yuna: un’altra persona l’ha trovata e ha deciso di tenerla con sé. L’Enpa ha condiviso il messaggio di questa persona, mantenendone l’anonimato:
“Sono il ragazzo che ha trovato e salvato la piccola gattina in metropolitana e che oggi si chiama Lola. Quando l’ho trovata era visibilmente provata, molto magra, affamata e in evidente stato di bisogno. Già il giorno successivo al suo ritrovamento, è stata portata dal veterinario per una prima visita di controllo e per verificare se avesse un microchip (non ce l’ha). Le è stato somministrato il vermifugo e ora, con un po’ di pazienza e tanto amore, si sta riprendendo. La gattina è al sicuro, amata, accudita e vive in casa circondata da altri gattini.”
Il giovane che ha adottato Yuna, ora chiamata Lola, ha inviato diverse foto per mostrare la gattina nel suo nuovo ambiente. Anche se sembra un lieto fine, non lo è per coloro che conoscevano Yuna prima che diventasse “la gatta della metro B”. Sabina, una delle persone più coinvolte nella vicenda, ha spiegato: “La politica Atac è stata fin da principio: ‘è solo un gatto’, e anche la Polizia non è intervenuta perché sostiene di non essere competente su questo.”
La storia di Yuna prima della sua scomparsa inizia come micia di strada a Roma, accudita da volontari locali che si prendevano cura di diversi gruppi di gatti. Grazie al suo carattere socievole, i volontari avevano deciso di trovarle una famiglia, ed è così che è entrata nella vita della giovane quattordicenne. Cristian, uno dei volontari coinvolti nell’adozione di Yuna, ha raccontato: “Ci mandava ogni giorno i video della gattina e ci dava sempre aggiornamenti su di lei. Era felicissima.”
Tuttavia, quando la ragazza ha perso Yuna nella metropolitana, è stata vittima di critiche pesanti sui social media: “È stata insultata con parole pesanti…” La vicenda ha sollevato interrogativi sulla gestione delle emergenze animali nelle infrastrutture pubbliche e sulla sensibilità delle istituzioni verso le esigenze delle famiglie straniere.
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