Un complesso intervento chirurgico al Gaslini di Genova ha permesso di separare due gemelle siamesi, nate in Burkina Faso a dicembre 2024, oggi di sei mesi. Le bambine condividevano fegato, pericardio e la parete toracica e addominale. Il team multidisciplinare, composto da più di cinquanta professionisti, ha eseguito l’operazione il 6 giugno, con una durata complessiva di oltre dodici ore .
L’intero percorso, definito “un successo clinico” dal direttore generale del Gaslini, ha incluso una fase logistica iniziale di studio, simulazioni e preparazione straordinaria. Oltre ai medici, infermieri e tecnici del Gaslini, erano presenti esperti di chirurgia epatica, plastica e cardiochirurgia provenienti da Brescia e Villa Scassi .
Gli studi preliminari hanno delineato con chiarezza la strategia chirurgica: separazione progressiva di torace, pericardio, addome e fegato, unica struttura condivisa dalle gemelle, seguita dal completamento della ricostruzione toracica e addominale nelle sale operatorie dedicate .
Prima dell’intervento maggiore, una delle due bambine era stata sottoposta ad un’operazione neurochirurgica per correggere un grave caso di idrocefalo. Una volta ristabilite le condizioni generali, è stata pianificata la fase successiva, quella della separazione .
Il team in sala operatoria includeva cardiochirurghi guidati da Guido Michielon e Francesco Santoro, insieme ai chirurghi toracici coordinati da Michele Torre, mentre la separazione del fegato è stata affidata a Enzo Andorno e Daniele Alberti, specialisti del trapianto epatico. La ricostruzione della parete toracica e addominale è stata eseguita da Giuseppe Perniciaro, direttore della Chirurgia plastica di Villa Scassi .
Il ruolo critico dell’anestesia e del supporto intensivo è stato sicuramente uno dei fattori principali per la riuscita. I principali aspetti anestesiologici includevano il controllo delle vie aeree, la gestione cardio-respiratoria differenziata, il monitoraggio continuo e la previsione delle variazioni fisiologiche al momento della separazione .
Le bambine risiedono ancora nel reparto di Terapia Intensiva del Gaslini, monitorate con cautela. Il team sanitario continua a seguire il loro percorso clinico, garantendo supporto nutrizionale, prevenzione delle infezioni, controllo del dolore e pianificazione della ricostruzione definitiva della parete toracica e addominale .
L’arrivo delle gemelle in Italia, il 20 maggio, è stato gestito dall’associazione “Una Voce per Padre Pio” in coordinamento col Programma Umanitario Sanitario del Gaslini. Il progetto è stato sostenuto anche dai “Patrons of the World’s Children Hospitals” e dalla Regione Liguria, secondo le norme nazionali per pazienti stranieri fragili .
Durante l’intervento chirurgico hanno collaborato anche tre specialisti inviati dal Centro Ospedaliero Universitario Tengandogo di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, compresi un chirurgo e due anestesiste, per garantire adeguata continuità assistenziale .
Il direttore sanitario del Gaslini, Raffaele Spiazzi, ha sottolineato che “la mission di un’istituzione come la nostra è ricercare il meglio delle competenze per renderle disponibili ai nostri bambini in un ambiente costruito a loro misura” . A confermarlo anche il direttore generale Renato Botti, sottolineando “non solo straordinaria competenza tecnica, ma anche una dedizione fuori dal comune. Questo è il Gaslini: un luogo in cui l’eccellenza clinica si nutre di una straordinaria umanità”.
Il coinvolgimento di strutture esterne, tra cui il San Martino, Spedali Civili di Brescia e Villa Scassi, ha reso possibile un intervento dall’eccezionale organizzazione, mai realizzato prima nell’istituto genovese .
L’intervento conferma ancora una volta la capacità del Gaslini di affrontare casi clinici estremamente complessi, grazie a competenze interne di altissimo livello e solide reti di collaborazione nazionali e internazionali.
Attualmente le gemelle sono stabili, ricoverate in terapia intensiva, e seguite con attenzione. Il programma di cura prevede fasi successive: consolidamento post-operatorio, prevenzione delle complicanze, supporto respiratorio, nutrizionale e la pianificazione della ricostruzione definitiva. Lo staff prevede un follow-up a lungo termine per valutare la crescita e lo sviluppo delle piccole.
In conclusione, l’intervento rappresenta un traguardo di rilievo per la pediatria e la chirurgia italiana. Il successo clinico e organizzativo dimostra la capacità di unire expertise, umanità e logistica di eccellenza per salvare vite fragili.
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