Per i genitori di Aurora Maniscalco, la ventiquattrenne italiana che lavorava come hostess e morta dopo essere caduta dal balcone di casa a Vienna, non sarebbe stato né un incidente né un suicidio. Ipotesi a cui invece è propensa a credere la polizia locale. La madre si trova a Vienna e afferma: “Da valutare la versione del fidanzato”.
A Vienna il caso di Aurora Maniscalco, l’hostess ventiquattrenne della Lauda Europe Limited precipitata dal terzo piano di un edificio in Universumstrasse nel distretto multiculturale Brigittenau, sembrerebbe chiuso. La giovane italiana sarebbe morta a seguito di un “incidente o di un possibile atto di disperazione”, secondo quanto riportano i media austriaci che citano la polizia locale. Una “verità” che non convince i familiari della ragazza, che invece dal giorno della tragedia chiedono maggiore chiarezza.
In questi giorni hanno manifestato i loro dubbi una cugina dell’assistente di volo, il padre e anche la madre di Aurora. Quest’ultima, pur non volendo accusare nessuno, chiede maggiore chiarezza: “Quello che lui vuole farci credere è che mia figlia sia impazzita: ha aperto la finestra e si è buttata giù, dice. Ma io non credo a una parola. La sua versione è tutta da valutare”, le parole della madre riportate dal Corriere della Sera.
Giada Cucina, madre di Aurora Maniscalco, ha rilasciato alcune dichiarazioni al consolato italiano di Vienna, dove si è recata immediatamente dopo la tragedia. “Al mio arrivo, Aurora respirava ancora, ma era già priva di sensi”, ha affermato. La signora Cucina non accusa il fidanzato della figlia, Elio Bargione, e afferma di non credere che sia stato lui a gettarla dal balcone. “Al contrario, questo ci sorprenderebbe. Ciò che intendo dire è che mia figlia era ferita interiormente. Da quello che ho potuto sapere, da madre, ci sono stati alcuni litigi, alcuni episodi in cui ho notato un atteggiamento manipolatorio. Aurora era ferita nell’anima, psicologicamente, soprattutto nell’ultimo anno, qui a Vienna”.
La signora Cucina ha aggiunto che la giovane ex assistente di volo “tendeva a proteggerlo”, ma che lei aveva percepito che “quel ragazzo è sempre stato interessato soltanto a se stesso, al suo benessere, mentre mia figlia era innamorata e, a mio avviso, succube di lui. Io non ero d’accordo che lei continuasse questa relazione. L’ultima volta che è venuta a Palermo quasi non la riconoscevo per quanto era dimagrita, si vedeva che non stava bene”. Aurora, però, le diceva di non preoccuparsi, che stava bene, che avrebbe voluto sposare il fidanzato. “Ma in questo ultimissimo periodo l’avevo sentita positiva, aveva voglia di vita”.
La madre di Aurora, recatasi recentemente nell’appartamento della figlia a Vienna, ha riferito di aver trovato alcuni indumenti non lavati, desiderando percepire il profumo della figlia. La donna ha inoltre segnalato la presenza di una borsetta contenente oggetti personali, come calze invernali e biancheria intima, disposti in modo disordinato. Questo dettaglio, a suo dire, potrebbe indicare un gesto di impulsività da parte di Aurora, come se avesse riposto nella borsa gli oggetti più vicini a sé in un momento di sconforto. La madre ha inoltre menzionato il desiderio di Aurora di trasferirsi a Praga, città che aveva visitato di recente. In casa, erano presenti le sue valigie contenenti abiti, ma non è stato possibile determinare se fossero state preparate per il trasferimento o se fossero rimaste da un precedente viaggio.
La donna ha inoltre parlato dei progetti futuri di Aurora, che non esercitava più la professione di hostess. La figlia desiderava dedicarsi al volontariato presso un centro di recupero animali a Vienna e, per questo motivo, stava valutando l’iscrizione a un corso di lingua tedesca. Negli ultimi mesi, Aurora non lavorava più come hostess e attendeva l’indennità di disoccupazione, fantasticando al contempo sulla possibilità di intraprendere una nuova carriera, come ad esempio quella di tatuatrice.
Aurora Maniscalco risiedeva a Vienna da oltre tre anni. Al momento della tragedia, il compagno della giovane donna era presente e ha fornito la sua testimonianza mentre la ragazza era ancora ricoverata in ospedale. Le autorità, dopo aver ascoltato i testimoni e interrogato il fidanzato della defunta, hanno concluso che l’evento potrebbe essere riconducibile a un incidente o a un gesto estremo.
Attualmente, mentre i familiari di Aurora annunciano la loro intenzione di opporsi a una possibile chiusura dell’inchiesta, spetta alla magistratura austriaca la decisione di accogliere o meno la ricostruzione fornita dalla polizia. Una decisione che potrebbe essere presa già domani. L’avvocato Alberto Raffadale, legale della famiglia della vittima, ha presentato un esposto alla magistratura viennese e uno a quella palermitana.
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