“Mi chiamo Debora e sono la mamma di Luca. Mio figlio ha donato i suoi organi e grazie a lui altre vite hanno potuto continuare. Di recente ho scoperto che il suo cuore batte ancora a Milano, è stata un’emozione immensa. Ora vorrei poter conoscere anche gli altri che hanno ricevuto un dono da lui”. Con queste parole, condivise pubblicamente, una madre ha lanciato un appello che ha già commosso migliaia di persone.
Luca, 32 anni, è morto dopo un grave incidente stradale avvenuto il 9 giugno 2023. Dopo 12 giorni di lotta tra la vita e la morte all’ospedale di Torrette di Ancona, i familiari hanno preso la decisione di autorizzare la donazione degli organi. Una scelta compiuta, come ha spiegato la madre, “in mezzo al dolore più grande”, con la volontà che la sua vita potesse continuare “a dare speranza ad altri”.
Il 21 giugno scorso, a due anni dalla tragedia, è arrivata la risposta a uno degli appelli pubblicati da Debora sui social. Un uomo le ha scritto: “*Mi chiamo **, ho letto oggi il messaggio che ha scritto su Facebook circa un mese fa. Quando ho letto che il cuore di suo figlio Luca batte a Milano, mi sono emozionato. Credo proprio di essere io la persona che sta cercando”.
Il messaggio proseguiva con un ricordo preciso: “Il 21 giugno 2023 ero ricoverato all’ospedale Niguarda di Milano in lista d’attesa urgente per un trapianto di cuore. Verso le 21 un medico mi dice che un cuore stava arrivando da lontano e il 22 giugno mi hanno operato”.
L’uomo, riconoscente per la scelta della famiglia di Luca, ha aggiunto: “Vi voglio infinitamente ringraziare per la scelta che avete fatto per poter salvare molte altre vite. Ora so che è un giorno di grande dolore per voi. Quando vuole sono disponibile a parlare. Con affetto”.
L’incontro non c’è stato ancora, ma la madre ha confermato a Fanpage.it che i due hanno parlato al telefono e che un giorno si abbracceranno. “Il ricevente del cuore del figlio mi ha mandato un messaggio su Messenger leggendo il post che avevo pubblicato su Facebook. Mi hanno aiutato in molti e ci sono riuscita. Ci siamo sentiti telefonicamente e un giorno ci abbracceremo”, ha dichiarato.
Oltre al cuore trapiantato a Milano, la madre sa che i polmoni del figlio ora “respirano” a Padova, mentre il fegato e un rene sono stati destinati a pazienti in cura presso lo stesso ospedale di Torrette di Ancona. L’altro rene, invece, è stato trapiantato a Bergamo.
“So che il ragazzo che ha ricevuto un rene a Bergamo sta bene ma non l’ho mai sentito. Vorrei trovarli tutti per poi abbracciarli”, ha raccontato ancora la donna, sottolineando la speranza che il suo appello possa raggiungere anche altri riceventi degli organi.
In un post particolarmente toccante, Debora ha scritto: “Il mio desiderio più grande è, un giorno, potervi abbracciare. So che non è sempre facile o possibile, ma se qualcuno si riconosce in queste parole e sente di voler entrare in contatto, io sono qui. Luca c’è e ci sarà sempre. Ti amo, amore mio, e la tua mancanza è immensa. Con infinita gratitudine, Debora”.
Quella di Luca è la storia di una vita interrotta troppo presto, ma che continua attraverso altre esistenze. Una testimonianza di solidarietà che mette in luce il valore inestimabile della donazione degli organi, capace di trasformare il dolore in una nuova speranza.
Il gesto della madre e della famiglia di Luca ricorda come, anche nei momenti più drammatici, la scelta di donare possa rappresentare non solo un atto di amore, ma anche la possibilità di creare un legame invisibile e indelebile tra chi non c’è più e chi può continuare a vivere.
Il titolo più efficace, che integra la parola chiave per spiegare subito l’accaduto, potrebbe essere:
Luca, il cuore del 32enne morto in un incidente batte a Milano: la madre Debora cerca gli altri riceventi



Add comment