“Siamo a pezzi, davvero,” racconta la zia di Matteo Barone a Fanpage.it, con quella voce che ti si spezza dentro. Matteo aveva 25 anni, travolto all’alba del 6 settembre da un poliziotto fuori servizio, beccato pure positivo all’alcol test. Milano, zona Lambrate, incrocio tra via Porpora e via Ingegnoli. Matteo stava attraversando sulle strisce, come si deve, quando il poliziotto – 26 anni, Giusto Chiacchio, ora dentro per omicidio stradale – l’ha investito. Pare andasse tipo a 90 all’ora, altro che passeggiatina.
Una testimone che era lì a portare il cane, proprio in via Porpora, ha raccontato tutto a Fanpage: “La macchina ha passato il semaforo e ha preso in pieno il ragazzo. Poi si è fermato a soccorrere, sono arrivate due ambulanze, ma non c’era già più nulla da fare. Io non ho mai visto una roba del genere, sono stata male tutta notte.”
Niente da fare, i soccorsi sono stati inutili. “È morto poco dopo al policlinico, non ce l’ha fatta… non ce l’ha fatta,” ripete la zia, occhi gonfi e voce rotta.
Gli amici di Matteo sono passati sul posto a lasciare una sua foto, fiori, dediche, firme, e una scritta sul palo: “Baro per sempre.” Baro, che poi è il nome d’arte di Matteo. Aveva mollato il lavoro in una grossa società di spedizioni da circa un anno per buttarsi nella musica trap, la sua vera passione. “Ieri qui la via era piena di suoi amici, lo amavamo tutti. Lui amava la musica, era diventato un trapper,” dice la zia, ancora incredula. Vanno avanti le indagini per capire bene che diavolo sia successo. “Non sappiamo ancora niente sul funerale, stiamo aspettando pure noi, siamo confusi,” ripete.
“Era bello, bravo, educato,” sussurra la zia guardando la foto di Matteo. Poi aggiunge, quasi sottovoce: “Mi dispiace anche per quel poliziotto, ha 26 anni pure lui. Magari aveva fretta, l’ha sbalzato via di metri… ora l’hanno arrestato, mi pare sia a Bollate. Ha provato a soccorrerlo, poi è rimasto sotto shock. Mi dispiace per tutto, davvero. Per tutti.”



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