A gennaio 2024, nella città di Alberobello, un episodio di maltrattamento animale ha scosso la comunità locale e nazionale. Una giovane di 16 anni ha gettato un gattino nell’acqua gelida di una fontana situata nel centro storico, causando la morte dell’animale. Il tragico evento è stato filmato e condiviso sui social, accompagnato dal commento: “Ciao amo’, beccati un po’ di notorietà”. Questo gesto ha suscitato indignazione diffusa, sia online che offline, portando all’identificazione e alla denuncia della ragazza.
La vittima dell’episodio era Grey, un gattino appartenente a una colonia felina regolarmente registrata ad Alberobello e curata da una volontaria locale, Catia Bianco. Fu proprio quest’ultima a trovare il corpo senza vita del piccolo animale nella fontana e a segnalare l’accaduto all’Asl. Inizialmente si era pensato a un incidente, ma alcune settimane dopo, il video dell’episodio ha iniziato a circolare sui social media, rivelando la verità dei fatti.
Le immagini del video, unite al commento pubblicato, hanno scatenato una forte reazione da parte dell’opinione pubblica e delle associazioni per la tutela degli animali, tra cui Enpa e Lav, che hanno denunciato la giovane. L’indagine ha portato alla decisione del Tribunale di Bari, che il 6 maggio 2025 ha stabilito un programma di “messa alla prova” per la ragazza, volto al suo recupero e alla sensibilizzazione.
Il programma, che durerà sette mesi, prevede diverse attività mirate, tra cui colloqui presso il consultorio familiare con la presenza dei genitori della ragazza, per affrontare temi legati alla gestione della rabbia e delle emozioni. Inoltre, è stato disposto lo svolgimento di attività riparatorie presso il Canile Municipale di Modugno, dove la giovane sarà coinvolta nella cura degli animali. Parallelamente, parteciperà ad attività socioeducative presso il Centro “Sant’Antonio – Opera don Guanella”, una struttura dedicata al recupero di minori attraverso programmi culturali, ricreativi e sportivi.
Un altro elemento chiave del percorso sarà la frequenza obbligatoria a un corso di educazione alla legalità, con l’obiettivo di sensibilizzare la ragazza sull’importanza del rispetto delle leggi e dei valori etici. Al termine del periodo di messa alla prova, sarà redatta una relazione dettagliata per valutare se la giovane abbia compreso la gravità del suo gesto e il valore della vita che ha tolto.
L’episodio ha acceso i riflettori sulla necessità di educare i giovani al rispetto degli animali e sulla responsabilità morale nei confronti degli esseri viventi. Il caso di Alberobello rappresenta un esempio significativo di come la giustizia minorile possa intervenire non solo con sanzioni punitive, ma anche con percorsi educativi mirati al recupero e alla sensibilizzazione.
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