Nonostante la morte di Papa Francesco, Carlo Maria Viganò, l’arcivescovo scomunicato da Bergoglio nel 2022, continua la sua campagna di critiche nei confronti del pontefice defunto. Viganò ha utilizzato il decesso del Papa come opportunità per rinnovare i suoi attacchi, definendo Francesco un “Anti-Papa”. Nel suo intervento sui social media, ha affermato: “Egli dovrà rendere conto dei crimini di cui si è macchiato, primo fra tutti l’aver usurpato il soglio di Pietro per distruggere la Chiesa Cattolica e perdere tante anime.”
Il giorno della morte di Papa Francesco, Viganò ha citato un passaggio di un’intervista rilasciata dal Papa a Eugenio Scalfari nel 2018, in cui si discuteva dell’Aldilà. Ha commentato: “Questi farneticamenti ereticali si oppongono direttamente alla Fede cattolica, la quale ci insegna che esiste per tutti un Giudizio particolare, cui Bergoglio non ha potuto sottrarsi.”
Le parole di Viganò non sono nuove; già al momento della sua scomunica, il Dicastero per la Dottrina della Fede aveva evidenziato il rifiuto dell’arcivescovo di riconoscere l’autorità del Papa e di sottomettersi alla legittimità del Concilio Ecumenico Vaticano II. La scomunica, avvenuta nel luglio scorso, è stata motivata dal delitto di scisma, un’accusa che ha segnato un punto di rottura tra Viganò e la Chiesa cattolica.
In un attacco mirato, Viganò si è rivolto anche ai cardinali che parteciperanno al conclave per eleggere il successore di Francesco. Ha affermato: “Se questo non-papa e anti-papa non potrà più nuocere al Corpo Mistico, nondimeno rimangono i suoi eredi, gli eversori che egli ha invalidamente creato ‘cardinali’ e che da tempo si organizzano per assicurare un continuatore della rivoluzione sinodale e della destrutturazione del Papato.”
Viganò ha poi espresso preoccupazione per il futuro della Chiesa, sostenendo che i cardinali e i vescovi conservatori non hanno mai messo in discussione la legittimità di Jorge Bergoglio. Ha concluso il suo intervento affermando: “È su costoro che grava la maggiore responsabilità per gli esiti del prossimo conclave.”
Questo attacco di Viganò arriva in un momento delicato per la Chiesa cattolica, che si trova a dover affrontare la successione di un pontefice che ha suscitato opinioni contrastanti. Le sue affermazioni hanno riacceso il dibattito interno sulla direzione futura della Chiesa e sulla necessità di una leadership che possa unire i diversi schieramenti.
La figura di Papa Francesco è stata oggetto di molteplici critiche nel corso del suo pontificato, e le posizioni di Viganò rappresentano una delle voci più forti e controverse all’interno della Chiesa. La sua scomunica ha segnato un punto di non ritorno, ma il suo attivismo continua a esercitare un’influenza su una parte del clero e dei fedeli.
Mentre il mondo cattolico si prepara a dare l’addio a Francesco, le parole di Viganò si inseriscono in un contesto di crescente polarizzazione. La Chiesa è chiamata a riflettere su come affrontare le sfide future, inclusa la questione della successione papale e le dinamiche interne che potrebbero influenzare il prossimo conclave.
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