L’inchiesta che ha colpito Milano ha sollevato gravi accuse contro la gestione del sindaco Beppe Sala e la sua giunta. Secondo le recenti rivelazioni, la Commissione Paesaggio, scelta dal sindaco per approvare progetti edilizi, avrebbe operato in un contesto di conflitti d’interesse e favoritismi. La Commissione è composta da esperti del settore, ma le modalità con cui sono stati selezionati i membri sollevano interrogativi sulla loro imparzialità.
Il sindaco ha la facoltà di scegliere gli 11 membri della Commissione tra i partecipanti a un bando pubblico, ma questa selezione non è priva di influenze esterne. Infatti, Sala si avvale delle raccomandazioni di partiti politici e dell’Ordine degli Architetti, il cui segretario è l’ex vicepresidente Oggioni. Questo sistema di nomine sembra escludere figure critiche nei confronti della giunta, come architetti e urbanisti che hanno denunciato irregolarità nelle pratiche edilizie.
Milano è diventata una città solo per ricchi?
Ne stiamo parlando a #4disera news in diretta su #Rete4, ci state seguendo? pic.twitter.com/ygnqTh1hoe— 4 di sera (@4disera) July 22, 2025
La Commissione ha poteri decisionali significativi, non solo sui progetti ma anche sulle normative urbanistiche. Tuttavia, fino ai recenti arresti, era in vigore una normativa che permetteva a una parte dei membri di avere rapporti professionali con i costruttori di cui dovevano valutare i progetti. In particolare, Sala aveva stabilito che solo la maggioranza dei commissari non dovesse avere incarichi di libera professione a Milano, consentendo così a una parte di essi di ricevere compensi dai costruttori.
Questa situazione ha portato a una serie di conflitti d’interesse, spesso occultati. L’ex presidente della Commissione, Marinoni, era noto per accumulare incarichi, anche sotto la pressione dell’assessore Tancredi. Marinoni si vantava di avere un “Prg ombra” e attendeva con ansia l’approvazione del decreto Salva-Milano, sottolineando l’importanza di mantenere in piedi il sistema.
Un altro protagonista controverso è l’architetto Alessandro Scandurra, membro della Commissione, che ha incassato oltre 3 milioni di euro in consulenze dai costruttori mentre giudicava i loro progetti. Nonostante i suoi legami con i costruttori, Scandurra non si è mai astenuto dalle votazioni, continuando a operare senza dichiarare i suoi interessi.
In un episodio emblematico, Scandurra ha bocciato un grattacielo proposto da un concorrente, solo per poi diventare il progettista di un progetto simile che la Commissione ha approvato con entusiasmo. Intervistato dalla stampa, ha dichiarato di sentirsi “tranquillo”, nonostante le polemiche, sostenendo di aver sempre agito “nella massima trasparenza”, una posizione simile a quella di Sala, che ignora i conflitti d’interesse.
La situazione attuale mette in luce una rete complessa di favoritismi e malversazioni nella gestione urbanistica di Milano. Le accuse che emergono dall’inchiesta pongono interrogativi sulla capacità della giunta di garantire una pianificazione trasparente e equa. L’operato della Commissione Paesaggio e le scelte del sindaco sono ora sotto scrutinio, e la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni è messa a dura prova.
Con le elezioni in arrivo e l’attenzione mediatica concentrata su queste inchieste, il futuro politico di Beppe Sala e della sua amministrazione potrebbe essere seriamente compromesso. Le indagini in corso potrebbero rivelare ulteriori dettagli su una gestione che, secondo molti, ha favorito interessi privati a scapito del bene pubblico. La questione dei conflitti d’interesse e della trasparenza nella governance di Milano rimane centrale nel dibattito politico e pubblico, con la necessità di una riforma profonda per ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Scegli un altro modello per rispondere








Add comment