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Lo youtuber Simone Cicalone e la videomaker Evelina sono stati aggrediti da due uomini alla Stazione Centrale di Napoli. L’assalitore è stato fermato.



È quanto riportato da fonti giornalistiche secondo cui lo youtuber romano Simone Cicalone, noto per le sue inchieste sulla sicurezza urbana, sarebbe stato aggredito il 26 luglio nei pressi della stazione di Napoli Centrale, in Piazza Garibaldi  .



Secondo il suo racconto, l’aggressione sarebbe iniziata quando un primo giovane li ha avvicinati intimando: “Tu oggi qui non fai riprese”. Cicalone ha spiegato di aver tentato di far valere il suo diritto a registrare in uno spazio pubblico, ma l’uomo ha reagito con minaccia e ha chiamato un complice al telefono  .

Pochi istanti dopo è arrivato un secondo individuo, descritto come “più grosso” e vestito con una maglietta mimetica e cappellino. Senza esitazione, ha colpito la videomaker Evelina con un calcio, facendole cadere la telecamera a terra e tentando di sottrarla  . Cicalone è intervenuto per difenderla: “Per evitare che l’aggressore si impossessasse della telecamera, mi sono frapposto fra lui ed Evelina, mentre lei la recuperava da terra”  .

In quella fase, l’aggressore ha impugnato un bastone e ha colpito ripetutamente Cicalone al braccio, mentre lui cercava di assorbire i colpi. Per difendersi, ha spruzzato in aria spray al peperoncino, costringendo l’uomo ad allontanarsi  .

L’aggressore ha cercato di nascondersi tra altri presenti, ma è stato individuato grazie all’intervento dell’esercito, presente sul posto. È stato successivamente consegnato alla Polizia Ferroviaria, dove Cicalone e il suo team hanno sporto denuncia presso la Polfer della stazione centrale  .

Fonti inoltre confermano la presenza all’interno della troupe del cantante napoletano Tyler B, che li accompagnava durante le riprese  .

Questo episodio non sarebbe isolato nella vita professionale di Cicalone. Negli ultimi mesi lo youtuber, ex pugile e istruttore di kickboxing, ha denunciato diversi tentativi di aggressione durante riprese nelle stazioni della metro a Roma da parte di borseggiatori, infastiditi dalla sua attività di documentazione urbana  .

Il suo racconto include una significativa riflessione amara: inizialmente la zona sembrava tranquilla. “Rispetto a tante altre volte, l’atmosfera era molto rilassata. Ho detto: ‘Ammazza, Napoli quanto è tranquilla’. Poi siamo stati aggrediti”  .

L’episodio rilancia il dibattito sulla libertà di documentare eventi pubblici e sulla sicurezza dei content creator nelle aree urbane complesse. Viene sollevata l’urgenza di tutele adeguate per chi svolge reportage in zone ad alto rischio, esercitando il diritto d’informazione in ambienti percepiti come ostili o gestiti da criminalità di strada.

Le autorità competenti hanno avviato accertamenti per chiarire le responsabilità, il possible coordinamento tra i due aggressori e le motivazioni del gesto  .

Il caso di Cicalone evidenzia come l’attività di documentazione e denuncia del degrado urbano possa trovarsi sotto attacco fisico e intimidatorio, mettendo in discussione il diritto di riprendere in spazi pubblici, anche in presenza di troupe autorizzate e accompagnatori.



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