La musica italiana piange la scomparsa del maestro Peppe Vessicchio, deceduto all’età di 69 anni a causa di complicazioni legate a una polmonite interstiziale che lo aveva costretto in terapia intensiva presso l’ospedale San Camillo. La notizia della sua morte ha colpito profondamente il pubblico e gli artisti, storditi dall’idea di aver perso una figura così gentile e rispettata nel panorama musicale, che ha dato un significato speciale al ruolo di direttore d’orchestra, diventato iconico nel contesto del Festival di Sanremo.
Negli ultimi anni, Vessicchio non era più apparso sul palco dell’Ariston, avendo dichiarato nel 2024 che non avrebbe partecipato poiché non aveva collaborato con nessuno degli artisti in gara. Questa decisione aveva generato delusione tra i suoi fan, tanto che nel 2025 Fabio Fazio aveva lanciato una petizione per riportarlo sul palco, ma purtroppo il suo nome non è mai più stato incluso tra i maestri d’orchestra. Ogni anno, la sua assenza è stata avvertita come un boato, un vuoto che ha segnato la kermesse musicale.
La presenza di Vessicchio era diventata inseparabile dal Festival; la sua figura, con la bacchetta e il leggio, era ormai una sorta di simbolo mitologico. Gli applausi che accompagnavano la sua direzione d’orchestra creavano un’atmosfera magica, arricchendo le esibizioni degli artisti che sceglievano di lavorare con lui. Vessicchio non era solo un musicista, ma un personaggio amato, in grado di influenzare il pubblico con la sua presenza carismatica.
La sua autenticità e gentilezza lo hanno reso un simbolo di una televisione educata e rispettosa. Mai scomposto, anche di fronte a domande difficili, Vessicchio ha sempre mantenuto la sua integrità, riflettendo la sua anima artistica e il profondo rispetto per la musica. La sua capacità di connettersi con le canzoni e di mettersi al servizio degli artisti era evidente in ogni sua esibizione.
Nel suo libro, La musica fa crescere i pomodori, Vessicchio scrisse: “La musica non è solo stimolo cerebrale, ha la capacità di entrare nel fondo di noi (…) Se tutte le cose che ci circondano avessero il suo equilibrio, questa propria formidabile individualità all’interno di un insieme, ci troveremmo in una condizione ideale”. Queste parole rispecchiano il suo approccio alla musica e alla vita, un ideale che ha cercato di incarnare e trasmettere attraverso il suo lavoro.
La carriera di Peppe Vessicchio è stata caratterizzata da numerose collaborazioni con artisti di fama, contribuendo in modo significativo alla storia musicale italiana. La sua abilità nel dirigere orchestre e nel creare atmosfere uniche durante le esibizioni ha lasciato un segno indelebile nel cuore di molti. La sua versatilità e il suo talento lo hanno reso un punto di riferimento non solo per gli artisti, ma anche per le nuove generazioni di musicisti.
Oltre al suo contributo musicale, Vessicchio è stato un esempio di professionalità e passione. La sua dedizione alla musica e il rispetto per il lavoro altrui lo hanno reso un maestro ammirato e rispettato. La sua figura rimarrà per sempre legata al Festival di Sanremo, un evento che ha contribuito a rendere speciale con la sua presenza.
La sua morte rappresenta una perdita incolmabile non solo per il panorama musicale, ma anche per tutti coloro che hanno avuto l’opportunità di conoscerlo e apprezzarlo. Peppe Vessicchio ha lasciato un’eredità che continuerà a ispirare artisti e appassionati di musica, un ricordo indelebile di un maestro che ha dedicato la sua vita all’arte.



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