Durante una conferenza stampa tenutasi a New York in occasione dell’Assemblea generale dell’Onu, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso la sua preoccupazione per gli attacchi e le accuse ricevute da parte di alcuni esponenti politici. In particolare, ha commentato: “Ci sono esponenti diciamo dell’altra parte che in televisione invitano gli italiani a venire sotto casa mia per dirmi che sono un’assassina”. La premier ha fatto riferimento a un clima di tensione crescente e alle immagini di protesta contro di lei.
Nel corso della sua dichiarazione, Meloni ha sottolineato che le sue immagini vengono bruciate in strada, mentre gli avversari politici non subiscono simili attacchi. Ha continuato a descrivere la situazione in cui si trova, affermando: “Io vengo definita quotidianamente complice di quello che accade a Gaza, che ho le mani sporche di sangue, che sono un’assassina”. La premier ha rivendicato di non aver mai etichettato i suoi avversari politici con termini così gravi quando si trovava all’opposizione.
Quando un giornalista ha chiesto a Meloni di specificare a chi si riferisse, la sua risposta è stata seccamente irritata: “Non voglio fare nomi, ok? Sono persone che ci sono. Se le vada a cercare, scusi, fa il giornalista. Se le cerca e poi lo scriverà”. Questo scambio ha messo in evidenza la frustrazione della premier nei confronti di un ambiente politico che percepisce come ostile.
Meloni ha anche denunciato atti di vandalismo contro le sedi del suo partito, affermando: “Sono le nostre sedi che vengono imbrattate, e via discorrendo. Mi può fare degli esempi di quello che accade dall’altra parte che siano simili?”. Sebbene le sue affermazioni possano sembrare esagerate, è importante notare che ci sono stati casi documentati di vandalismo contro le sedi del Partito Democratico e di altri gruppi politici negli ultimi anni.
Riguardo all’asserita incitazione a denigrare Meloni sotto casa sua, non è stato possibile identificare un intervento specifico che corrispondesse esattamente alla sua descrizione. Questo ha portato a speculazioni su quale politico potesse aver suscitato la sua reazione. Un’ipotesi è che Meloni si riferisse a Alessandro Di Battista, ex deputato del Movimento 5 Stelle, che ha recentemente invitato i sostenitori di Fratelli d’Italia a esprimere il loro dissenso nei confronti della premier.
In un evento organizzato dal Fatto Quotidiano all’inizio di settembre, Di Battista aveva dichiarato: “I primi a dover andare sotto casa della Meloni a dire ‘Ehi vigliacca, non dici niente sulla mattanza di bambini e poi rilasci le interviste dicendo che non puoi accettare la sofferenza dei bambini nel mondo” e, nonostante il tono critico, non ha utilizzato il termine “assassina”. Questo potrebbe spiegare perché Meloni non abbia citato esplicitamente la “sinistra” o l'”opposizione”, ma abbia fatto riferimento in modo più generico a “quell’altra parte”.
La tensione tra le diverse fazioni politiche in Italia è palpabile, con accuse reciproche che si intensificano. Meloni ha messo in evidenza il rischio di incitamento alla violenza quando si usano termini così forti nei confronti di figure pubbliche. Ha affermato: “Quando tu dici al mondo, in un contesto come quello nel quale ci troviamo, che il presidente del Consiglio è un assassino, o che il ministro degli Esteri è un assassino, il rischio che forse non ha tutte le rotelle a posto domani decida di risolvere questo problema viene in mente o no?”
Le dichiarazioni di Meloni si inseriscono in un contesto politico complesso, in cui le accuse di odio e violenza politica sono frequentemente scambiate tra le varie fazioni. La presidente del Consiglio ha quindi invitato a una riflessione più profonda su come le parole possano avere conseguenze reali e pericolose.



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