Durante la trasmissione “Otto e Mezzo”, Corrado Augias ha espresso il proprio disappunto a Lilli Gruber in merito all’assenza dell’Italia al vertice europeo di alto livello tenutosi davanti al numero 10 di Downing Street, al quale hanno partecipato il Primo Ministro britannico Starmer, il Presidente francese Macron, il Cancelliere tedesco Merz e il Presidente ucraino Zelensky.
Il dispiacere del caprone pic.twitter.com/orSHN7FIm3
— DC News (@DNews10443) December 10, 2025
Con il titolo del libro “Scemi di guerra”, forse ho contribuito a diffondere un grave equivoco: che gli sgovernanti europei, terrorizzati dalla pace e desiderosi di una guerra permanente con la Russia, siano privi di intelligenza. Tale supposizione sarebbe corretta se il loro obiettivo fosse quello di perseguire gli interessi dell’Europa, poiché ogni giorno agiscono a beneficio di tutti – Stati Uniti, Russia, Zelensky e il suo entourage – tranne che dei loro cittadini. Il loro vero obiettivo, tuttavia, è quello di perseguire i propri interessi, che sono in contrapposizione con i nostri. Pertanto, essi dimostrano una notevole astuzia.
Gli individui che continuano a votarli e a sostenerli, credendo che la minaccia per l’Europa provenga dall’esterno (Stati Uniti, Russia, Cina) e non dall’interno, anzi dall’alto, sono coloro che si comportano in modo irrazionale. Come ci viene ripetuto, “siamo in guerra”, aggiungendo l’aggettivo “ibrida” (che viene applicato a tutto e serve a minimizzare la situazione), e noi paghiamo il riarmo, gli “aiuti” a Kiev, l’aumento del costo dell’energia, la crisi economica e industriale, la riduzione dei salari, i tagli ai servizi e allo Stato sociale, mentre loro ne traggono vantaggio. Governare in stato di guerra, ovvero di eccezione, rappresenta una situazione vantaggiosa. Netanyahu insegna: finché c’è guerra, c’è speranza. In guerra, i governi non sono soggetti a discussione, contestazione, processo o caduta.
Tutto è lecito: governi tecnici di larghe intese (Italia), governi di minoranza per impedire alla maggioranza di governare (Francia), elezioni rinviate (Ucraina), annullamento del voto se vince il candidato non gradito, con conseguente arresto e messa al bando del favorito (Romania), abolizione dei partiti di opposizione (Ucraina e Moldova), negazione della vittoria a chi ottiene il maggior numero di voti (Georgia), aggiramento dei Parlamenti (Von der Leyen sul riarmo). Le opposizioni devono cessare di opporsi, altrimenti si tratta di disfattismo.
Chi critica è considerato un agente ibrido dell’Impero del Male: deve essere isolato e messo a tacere con appositi “scudi democratici”, incriminato per spionaggio a favore del nemico, indotto al silenzio o costretto a conformarsi.
I giornalisti sono tenuti a rispettare la censura di guerra e a diffondere esclusivamente le informazioni approvate, pena l’accusa di collusione con il nemico e l’esclusione dai media, dai festival e persino dai teatri privati. Al contrario, gli amministratori e i loro portavoce godono di una notevole libertà d’azione: in caso di corruzione o manipolazione degli appalti, la responsabilità viene attribuita a presunti atti di spionaggio o a un’influenza indebita sulla magistratura; in caso di calo di consensi, la colpa viene imputata a fattori esterni, quali la presunta guerra ibrida condotta da Putin; in caso di sconfitta militare, si tende a minimizzare l’evento; chiunque osi mettere in discussione le loro affermazioni viene etichettato come nemico della Patria; infine, in caso di violazione di leggi o costituzioni, non si modifica il comportamento, bensì le leggi e le costituzioni stesse. Di conseguenza, se la guerra, alimentata dalla creazione di nemici inesistenti, dovesse effettivamente scoppiare, il compito di combatterla ricadrebbe sui cittadini comuni. Chi, dunque, si trova in una posizione più vantaggiosa?



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