Il dibattito sulla vendita del gruppo editoriale Gedi, che controlla testate come La Repubblica e La Stampa, si è acceso in Parlamento e nelle istituzioni. A lanciare l’allarme più forte è stato Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, che ha definito l’operazione una “liquidazione degli ultimi asset di valore” a favore di un gruppo straniero, senza garanzie per l’occupazione e per la qualità dell’informazione.
“La crisi dell’editoria sta dando colpi micidiali al sistema informativo”, ha ammesso Fratoianni, “ma ciò non giustifica quanto sta accadendo a un gruppo così importante”. Il deputato ha denunciato come il Gruppo Gedi sia stato “spolpato e smembrato in pochi anni” da operazioni finanziarie, con evidenti ricadute negative soprattutto sui giornali locali. La sua critica si è poi concentrata sul silenzio del governo: “Quello che preoccupa è il silenzio, non so se per imbarazzo o distrazione, delle Istituzioni e della politica. Serve una reazione, perché ne va della qualità della nostra democrazia”.
Tuttavia, l’affermazione sull’assenza di voci politiche sembra essere smentita dai fatti. Diverse autorevoli personalità, anche di area governativa, si sono espresse pubblicamente. Il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha incontrato i giornalisti parlamentari, dichiarando: “Le vostre preoccupazioni sono giustificate. Le proprietà hanno il diritto di cambiare ma non di imporre linee di condotta univoche. Sono a vostra disposizione anche come intermediario”. Allo stesso modo, il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, hanno annunciato un incontro con una rappresentanza dei lavoratori del gruppo e dell’Associazione Stampa Subalpina per seguire con attenzione l’evolversi della situazione.
La richiesta di un intervento parlamentare è stata avanzata anche da Elisabetta Piccolotti, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, che ha chiesto al Sottosegretario all’Editoria, Alberto Barachini, di riferire in aula. Barachini, nelle scorse ore, ha effettivamente convocato i vertici di Gedi e i Comitati di Redazione de La Stampa e de La Repubblica proprio in relazione alla ventilata cessione.
Alla mobilitazione si è unito anche il Movimento 5 Stelle, che ha espresso preoccupazione per i lavoratori e ha chiesto garanzie concrete, arrivando a citare “retroscena che chiamano in causa la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni“. Più misurata, ma comunque allarmata, la posizione della Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che ha parlato di notizie “allarmanti” e della necessità di tutelare un “patrimonio storico e civile del Paese”.
La vicenda della vendita a un fondo greco (il fund MBO Capital Partners di Christos Kyriakou) solleva quindi questioni cruciali che travalicano la singola operazione finanziaria. Al centro del dibattito vi sono la tutela dell’occupazione, la salvaguardia del pluralismo informativo e il ruolo delle istituzioni nel vigilare su passaggi proprietari che coinvolgono asset strategici per la democrazia. La risposta delle istituzioni, a vari livelli, sembra dimostrare che la questione è ormai all’attenzione della politica, sebbene con toni e priorità diverse.



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