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Meloni smonta Ranucci e lo mette in difficoltà: i membri del Garante della privacy nominati dal governo Conte



La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha finalmente affrontato la questione del Garante della privacy, dopo che le opposizioni hanno sollevato richieste di dimissioni in blocco dell’autorità a seguito di recenti servizi del programma Report. Durante un’intervista all’aeroporto di Roma Fiumicino, prima di partire per un comizio a Bari, Meloni ha criticato le posizioni di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, sottolineando che il Garante è stato nominato durante il governo giallorosso, in quota a questi partiti.



“Spetta al collegio decidere, come sapete l’azzeramento non è di nostra competenza, è una decisione che spetta a loro”, ha dichiarato Meloni. Ha poi aggiunto: “Questo garante è stato eletto durante il governo giallorosso, in quota Pd e Cinque Stelle. Dire che sia pressato dal governo di centrodestra mi sembra ridicolo”. Con queste parole, Meloni ha voluto evidenziare che le responsabilità per la nomina di Agostino Ghiglia ricadono sulle forze politiche che lo hanno scelto.

La presidente ha anche accennato alla possibilità di modificare la legge che regola le nomine del Garante. “Sulla legge da cambiare possiamo discutere. Se volete rifacciamo la legge ma non l’ho fatta io manco quella”, ha detto Meloni, lasciando aperta la porta a eventuali cambiamenti legislativi.

In risposta alle affermazioni della presidente, il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, è intervenuto per chiarire la situazione. “Ci sono anche uno della Lega e uno di Fratelli d’Italia, anzi l’unico proprio organico a FdI è proprio Ghiglia mi pare”, ha affermato, sottolineando che le critiche non possono essere rivolte solo verso le opposizioni. Ranucci ha anche avvertito che eventuali dimissioni dell’authority sarebbero una “grande sconfitta”, poiché l’inchiesta ha messo in luce una gestione delle autorità che ha favorito la politica.

Ranucci ha descritto il Garante della privacy come una figura che, a suo avviso, ha cominciato a operare con una “sensibilità politica”, rendendo difficile per l’authority prendere decisioni imparziali. “Abbiamo visto che nei provvedimenti loro agiscono in base ad una sensibilità politica”, ha spiegato, evidenziando che la situazione attuale non è sostenibile.

In merito alle accuse di aver diffuso un messaggio privato, Ranucci ha chiarito che non è stato lui a divulgare tali informazioni, ma che i contenuti erano stati inoltrati da Ghiglia ai suoi uffici. “Qui c’è il vizio di attribuire il problema a chi lo racconta, non a chi lo crea”, ha sottolineato il giornalista, specificando che non hanno mai trafugato materiali, ma hanno semplicemente preso visione di ciò che era stato condiviso da Ghiglia.

Agostino Ghiglia, membro del collegio del Garante, ha risposto alle pressioni per le sue dimissioni, affermando che non ha alcun motivo per lasciare il suo incarico. “Non c’è nessun motivo per farlo, perché la politica che lo chiede deve mettersi d’accordo con se stessa: o questo è un garante indipendente, e quindi non dipende dalla politica, o questo è un garante dipendente, e quindi dipende dalla politica”, ha dichiarato in un’intervista a L’Aria che tira su La7. Ghiglia ha insistito sull’importanza dell’indipendenza dell’authority, affermando che non devono tenere conto delle “suggestioni della politica”.

Le recenti dichiarazioni di Meloni e le risposte di Ranucci e Ghiglia hanno riacceso il dibattito sull’indipendenza delle autorità in Italia e sulle dinamiche politiche che influenzano le loro nomine. La questione del Garante della privacy rimane al centro dell’attenzione pubblica, con le opposizioni che continuano a chiedere maggiore trasparenza e responsabilità da parte del governo.

In questo clima di tensione, la posizione del Garante e la sua capacità di operare in modo autonomo sono più che mai sotto scrutinio. La gestione delle autorità in Italia è un tema delicato, e le recenti polemiche potrebbero portare a una revisione delle leggi che regolano le nomine e il funzionamento di queste istituzioni. Con le prossime elezioni regionali in vista, le dinamiche politiche potrebbero ulteriormente complicare la situazione, rendendo necessaria una riflessione approfondita sulle strutture di governance e sulla loro indipendenza.



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