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Meloni: «Trump sarà a Roma e considera un incontro con l’Ue». E lo “cita”: renderemo l’Occidente grande. Lui la loda e critica Powell sul taglio dei tassi.



Il tanto atteso incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente americano Donald Trump si svolgerà oggi alle 18.00 (ora italiana) alla Casa Bianca. Sarà il primo leader europeo a incontrare Trump dopo l’annuncio dei dazi del 2 aprile, in occasione del “Liberation Day”.



L’obiettivo principale di Meloni è evitare un conflitto commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, promuovendo un dialogo tra Washington e Bruxelles. Questa strategia è stata discussa con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, con cui Meloni è in stretto contatto.

I dazi reciproci imposti da Trump all’UE, attualmente sospesi per 90 giorni, rappresentano il tema centrale dell’incontro. Trump ha già respinto l’offerta di Bruxelles di “dazi zero” su auto e industria avanzata in cambio di un aumento degli acquisti di gas naturale liquefatto e armi dagli Stati Uniti.

La situazione appare complessa e in rapida evoluzione. Meloni ha sottolineato la necessità di affrontare la questione con lucidità e pragmatismo, come dichiarato nel suo messaggio all’assemblea generale del Consorzio Grana Padano.

Oltre ai dazi, si discuteranno anche le questioni riguardanti il Medio Oriente e l’Ucraina. Meloni potrebbe rilanciare la sua proposta di estendere a Kiev le garanzie dell’articolo 5 della Nato.

Un altro tema sarà l’aumento delle spese militari richiesto da Trump, che sollecita i partner Nato a contribuire il 5% del Pil. L’Italia, a causa del suo alto debito, ritiene sostenibile solo l’obiettivo del 2% per mantenere la credibilità nella gestione dei conti pubblici, recentemente rafforzata dalla promozione di Standard & Poor’s a BBB+.

La Cina sarà un argomento cruciale nel confronto tra Meloni e Trump. Gli Stati Uniti hanno mantenuto e inasprito i dazi verso la Cina, con l’obiettivo di ridimensionarne l’influenza globale. Nicola Procaccini, europarlamentare di Fdi, ha dichiarato che “non possiamo che fare la scelta giusta, anche per interesse nazionale ed economico: il mercato americano è aperto, quello cinese è blindato all’import. Pensare di sostituire l’uno con l’altro è un’utopia”.



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