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Mistero in Colombia: il caso di Alessandro Coatti, ucciso e smembrato, potrebbe rivelare legami con i paramilitari



La Procura di Roma ha avviato un’inchiesta riguardante la tragica morte di Alessandro Coatti, un ricercatore italiano di 42 anni, brutalmente assassinato e smembrato in Colombia. Il fascicolo d’inchiesta sarà coordinato dal procuratore capo Francesco Lo Voi. La notizia della sua morte è stata confermata dall’Ambasciata italiana a Bogotà e ha raggiunto l’Italia due giorni fa. Il corpo di Coatti è stato rinvenuto in condizioni raccapriccianti: la testa e le braccia sono state scoperte da alcuni bambini all’interno di una valigia nei pressi dello stadio della cittadina di Santa Marta, mentre altre parti del corpo sono state trovate in diverse aree della città. La polizia ha identificato Coatti grazie a un bracciale di un albergo che indossava.



Le autorità colombiane stanno attualmente indagando sulla vicenda, i cui dettagli rimangono ancora poco chiari. Tuttavia, si sta facendo strada l’ipotesi che l’omicidio possa essere legato a gruppi paramilitari locali, un fenomeno che continua a rappresentare una grave minaccia in molte zone del Colombia. Se questa pista venisse confermata, il nome di Coatti, laureato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e con esperienze presso il Max Planck Institute e la Royal Society of Biology di Londra, si aggiungerebbe a una lunga lista di vittime in un paese segnato da conflitti irrisolti.

Coatti si trovava in Colombia per una vacanza-studio. Il 3 aprile ha lasciato il suo hotel in taxi, e da quel momento si sono perse le sue tracce. Il suo corpo, smembrato, è riemerso solo tre giorni dopo, in tre luoghi distinti della città. Gli investigatori hanno escluso, almeno per ora, un coinvolgimento diretto dei cartelli della droga, concentrando invece l’attenzione su due gruppi armati noti per azioni simili: il Clan del Golfo, uno dei più potenti eredi delle ex AUC (Autodefensas Unidas de Colombia), e le Autodefensas Conquistadores de la Sierra, attive proprio nella regione della Sierra Nevada.

Fonti locali hanno riferito che Coatti intendeva dedicarsi ad escursioni ecoturistiche nella zona, in particolare verso Minca, conosciuta come la “capitale ecologica” della Sierra. Questa meta, sebbene affascinante dal punto di vista naturalistico, è anche nota per essere una delle aree con maggiore infiltrazione paramilitare nel paese. Le forze armate irregolari, spesso coinvolte in traffici illeciti, estorsioni e “pulizie sociali”, esercitano un controllo capillare sul territorio, imponendo le proprie leggi e punendo severamente chiunque venga percepito come una minaccia, anche in maniera erronea.

Le autorità colombiane stanno esaminando i tabulati telefonici e i movimenti bancari di Coatti, mentre la Procura di Roma ha già aperto un fascicolo e si prepara a inviare una rogatoria per seguire da vicino le indagini sul campo. Non si esclude l’invio di un team investigativo, simile a quanto accaduto nel caso di Giulio Regeni in Egitto.

La morte di Alessandro Coatti ha suscitato shock e indignazione, non solo tra i suoi colleghi ma anche tra la comunità scientifica italiana. Gli ex colleghi di Coatti hanno dichiarato: “Alessandro era un ottimo ricercatore, siamo scioccati.” La sua scomparsa rappresenta una perdita inestimabile per il mondo della ricerca scientifica e pone interrogativi inquietanti sulle condizioni di sicurezza in Colombia.



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