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Monreale, Salvatore Calvaruso davanti al gip: confessa e chiede perdono, “Sono stato aggredito e ho sparato”



Il diciannovenne Salvatore Calvaruso, residente nel quartiere Zen di Palermo, ha reso dichiarazioni spontanee davanti al giudice per le indagini preliminari Ivana Vassallo, ammettendo di aver sparato durante una rissa avvenuta sabato sera nel centro di Monreale, in provincia di Palermo. L’episodio ha causato la morte di tre giovani: i cugini Andrea Miceli e Salvatore Turdo, rispettivamente di 25 e 23 anni, e Massimo Pirozzo, di 25 anni.



Durante l’udienza, interrotta più volte per l’emotività del momento, Calvaruso ha dichiarato tra le lacrime di aver sparato diversi colpi di pistola. Ha chiesto perdono alle famiglie delle vittime, spiegando di aver lavorato tutta la settimana e di essere uscito quella sera per trascorrere del tempo con gli amici. Al momento della sparatoria, era in compagnia di un amico non ancora identificato.

Secondo il racconto fornito, Calvaruso sarebbe stato aggredito con caschi e bottiglie dopo una discussione con alcuni giovani che lo accusavano di guida spericolata. Dopo essere stato buttato giù dalla moto e colpito, avrebbe cercato di fuggire, ma, raggiunto e colpito nuovamente, avrebbe estratto la pistola e sparato.

Il legale di Calvaruso, Corrado Sinatra, ha commentato: “È stata un’udienza drammatica interrotta più volte. Il ragazzo ha pianto ed è distrutto. Sa benissimo cosa ha fatto.”

Oltre alle tre vittime, altre due persone sono rimaste ferite durante la sparatoria. Un ragazzo di 16 anni è stato colpito alla nuca e ha dichiarato di sentirsi “vivo per miracolo”. Un uomo di 33 anni, Nicolò Cangemi, è stato ferito a una gamba. Ha espresso il suo sgomento: “Sono incredulo per quanto successo. Penso e ripenso a quella notte e non mi do pace. Come una giornata di festa si sia potuta trasformare in tragedia.” Cangemi, assistito dall’avvocato Giada Caputo, ha aggiunto: “Conoscevo le vittime, ma non ho avuto nulla a che fare con la rissa e con la sparatoria. Sono rimasto vittima senza avere nulla a che fare con quanto successo.”

Il giudice Vassallo si è riservato la decisione sulla convalida del fermo. Le indagini proseguono per chiarire ulteriori dettagli sull’accaduto e identificare eventuali altri coinvolti.



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