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Morte di Simona Cinà, i familiari: “Nessun segno di alcol e faccia fuori dall’acqua”



La tragica vicenda di Simona Cinà, giovane pallavolista trovata senza vita in una piscina a Bagheria, ha lasciato la sua famiglia con numerosi dubbi. La ragazza, sportiva e in perfetta salute, è deceduta durante una festa in villa organizzata con amici. Sebbene i soccorsi siano intervenuti tempestivamente, per lei non c’è stato nulla da fare. Ora, le autorità hanno disposto l’autopsia sul corpo della giovane e posto sotto sequestro la villa dove si è verificato il dramma.



Secondo quanto riferito dall’avvocato della famiglia, Gabriele Giambrone, ci sono diversi aspetti poco chiari che meritano approfondimento. “La famiglia vuole capire come sia possibile che una ragazza così sana e sportiva – pallavolista, nuotatrice, surfista – possa essere morta in queste circostanze. Siamo di fronte a una situazione che sembra incongruente: la piscina era adiacente alla zona da ballo, quindi visibile a tutti. Eppure nessuno si è accorto di nulla fino al tragico ritrovamento. Non si tratta di una piscina abbandonata in un luogo isolato o buio; c’è qualcosa che non torna”, ha dichiarato l’avvocato.

Un elemento che alimenta i dubbi della famiglia riguarda la posizione del corpo al momento del ritrovamento. Alcuni testimoni hanno riferito agli investigatori di aver visto Simona Cinà galleggiare con la faccia rivolta verso l’alto. “Questo dettaglio contrasta con la dinamica tipica di un annegamento, dove il corpo viene generalmente trovato con il volto rivolto verso il basso”, ha spiegato il legale. Tre persone presenti alla festa avrebbero confermato questa versione, aumentando le perplessità sulla causa della morte.

Nonostante fosse una festa piuttosto animata, nessuno dei partecipanti sembra aver notato la tragedia in corso. I presenti hanno dichiarato che stavano ballando vicino alla piscina, ma nessuno si è accorto di nulla fino al ritrovamento del corpo. L’invito alla festa specificava chiaramente che si trattava di un party in piscina e incoraggiava gli ospiti a portare un costume da bagno nel caso qualcuno, magari in stato di ebbrezza, finisse accidentalmente in acqua.

L’avvocato Giambrone, recatosi personalmente nella villa per raccogliere elementi utili alla ricostruzione dei fatti, ha notato alcuni dettagli che sollevano ulteriori interrogativi. “Ho scattato delle foto dall’alto della piscina e ho osservato dei sacchi trasparenti contenenti esclusivamente bottigliette d’acqua. Non c’erano bicchieri, bottiglie di alcolici, calici o tovaglioli nei dintorni della piscina. Tutto sembrava essere stato ripulito accuratamente, lasciando solo le bottiglie d’acqua”, ha sottolineato il legale.

Questa pulizia insolita contrasta con l’idea di una festa con open bar, dove ci si aspetterebbe una certa quantità di rifiuti legati al consumo di bevande alcoliche. La famiglia si chiede quindi dove siano finiti gli altri oggetti e se qualcuno abbia cercato di modificare la scena prima dell’arrivo delle autorità.

La vicenda è ora nelle mani degli investigatori, che stanno cercando di ricostruire la dinamica dell’accaduto e stabilire le cause del decesso. L’autopsia sarà fondamentale per chiarire se Simona Cinà sia effettivamente annegata o se ci siano altri fattori coinvolti nella sua morte. Nel frattempo, la famiglia attende con ansia risposte che possano dissipare i dubbi e fare luce su una tragedia che appare ancora avvolta nel mistero.

L’interrogativo principale rimane: come è possibile che nessuno si sia accorto della presenza del corpo in acqua durante una festa così animata? E perché il corpo è stato trovato in una posizione che non coincide con quella tipica di un annegamento? Questi aspetti saranno oggetto delle indagini e potrebbero fornire elementi cruciali per comprendere cosa sia realmente accaduto quella notte a Bagheria.

La morte di Simona Cinà ha sconvolto amici e familiari, ma anche l’intera comunità sportiva di cui la giovane faceva parte. Conosciuta per il suo talento e la sua passione per lo sport, Simona era considerata un esempio di determinazione e vitalità. Ora, la sua famiglia chiede giustizia e chiarezza su una vicenda che ha lasciato troppe domande senza risposta.



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