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Palermo, choc in una scuola dello Zen: bimbo di 9 anni minaccia un compagno, “Ti faccio fare la fine di Paolo Taormina”



Un episodio inquietante scuote lo Zen 2 di Palermo, dove un bambino di appena nove anni, alunno della scuola Giovanni Falcone, ha pronunciato frasi che lasciano senza parole. “Ti faccio fare la fine di Paolo Taormina” e “Da grande voglio spacciare” sono state le parole riportate da un insegnante dell’istituto, che ha deciso di denunciare pubblicamente la drammatica realtà vissuta quotidianamente nel quartiere.



Le dichiarazioni del piccolo arrivano in un momento di forte tensione per la città, ancora sotto shock per l’omicidio di Paolo Taormina, un giovane di 21 anni ucciso sabato notte davanti al pub di famiglia mentre cercava di placare una rissa. Questo tragico evento ha ulteriormente messo in luce le difficoltà e il degrado sociale che affliggono alcune aree di Palermo.

Durante una fiaccolata organizzata in memoria del ragazzo, l’insegnante ha espresso tutta la sua preoccupazione per la situazione: “Quel bambino vive nella totale criminalità. Abbiamo segnalato la questione. Non succederà nulla, ma difendo la scuola, i miei bambini, le persone perbene. C’è un tasso di criminalità altissimo. Lo Stato deve intervenire in quel quartiere, dove vige solo una mentalità”. Queste parole sottolineano il senso di abbandono percepito da chi opera in contesti difficili come quello dello Zen 2.

Le frasi pronunciate dal bambino non possono essere semplicemente archiviate come un atto di ribellione infantile. Esse rappresentano piuttosto il riflesso di un contesto sociale degradato, dove l’influenza di figure criminali locali o modelli negativi proposti da film e serie televisive diventa un punto di riferimento per i più giovani. L’insegnante ha lanciato un appello accorato: “Aiutateci, da soli non ce la facciamo. Servono educatori, presenze specializzate, supporto concreto. Se un bambino dice che da grande vuole fare lo spacciatore, il problema non è solo della scuola, è di tutta la società”.

Il tragico omicidio di Paolo Taormina ha scosso profondamente Palermo. Il giovane è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa mentre tentava di sedare una lite davanti al locale gestito dalla sua famiglia. Il presunto responsabile, Gaetano Maranzano, 28 anni e residente nello Zen, è stato fermato dai carabinieri e ha confessato il crimine. Nell’abitazione dell’uomo è stata trovata una pistola calibro 9, compatibile con l’arma utilizzata per l’omicidio. Le immagini delle telecamere di sorveglianza hanno ripreso l’intera scena, mostrando Maranzano con l’arma in mano e persino mentre minacciava la sorella della vittima.

Questo episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza e sul degrado sociale della città. Sabato notte, un corteo silenzioso con circa mille partecipanti ha attraversato il centro cittadino in memoria di Paolo Taormina e delle altre vittime della violenza a Palermo. Con candele accese e volti segnati dal dolore, genitori, insegnanti e familiari hanno chiesto giustizia e maggiore protezione per i cittadini.

Oggi il prefetto Massimo Mariani incontrerà rappresentanti di sindacati e associazioni per affrontare le emergenze sociali e i problemi legati alla sicurezza urbana. I sindacati hanno denunciato una situazione ormai insostenibile: “La città è allo sbando, il degrado e la violenza stanno soffocando Palermo. Serve più sicurezza, interventi sul disagio sociale e una presenza istituzionale costante”.

La vicenda mette in evidenza quanto sia urgente un intervento coordinato tra istituzioni, scuole e associazioni per affrontare le radici del problema. La criminalità e il disagio sociale continuano a essere sfide enormi per quartieri come lo Zen 2, dove bambini crescono in contesti difficili che possono influire profondamente sul loro futuro.



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