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“Porcate dopo la morte di Camilla Canepa”: i Carabinieri acquisiscono i video, Belpietro punta il dito su Speranza



Un nuovo elemento è stato acquisito dai carabinieri nell’ambito delle indagini sulla gestione della pandemia. Si tratta di un video risalente al 2021 in cui l’allora ministro della Salute Roberto Speranza si confronta con gli esperti del Comitato tecnico scientifico, tra cui Silvio Brusaferro, invitando a mantenere una linea unitaria sulla comunicazione riguardante i vaccini anti-Covid.



Dal filmato emergerebbe che, in piena campagna vaccinale, mentre cominciavano a manifestarsi i primi sospetti su possibili reazioni avverse, Speranza avrebbe espresso preoccupazione sul rischio di compromettere la fiducia della popolazione, chiedendo di non alimentare ulteriori incertezze. “Meglio non mostrare dubbi sui vaccini”, avrebbe detto durante una delle riunioni riservate del Comitato.

Il video in questione risale al 9 giugno 2021, giornata segnata dal caso di Camilla Canepa, la diciottenne ligure ricoverata in gravi condizioni dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca e deceduta poche ore dopo. Nonostante le polemiche sull’uso del siero nei più giovani, l’allora ministro avrebbe insistito con i tecnici sull’importanza di proseguire senza esitazioni la campagna.

La registrazione documenta una delle sedute più delicate del Cts, nella quale emersero tensioni tra esperti e istituzioni. Dalla trascrizione, resa nota nelle ultime ore, si percepiscono divergenze, tentativi di scaricare responsabilità e un generale clima di incertezza.

Particolare attenzione è stata rivolta anche a una telefonata intercettata nella stessa circostanza, durante la quale il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, avrebbe riferito di pressioni politiche legate all’autorizzazione del vaccino AstraZeneca per la fascia under 60. “C’erano spinte ministeriali a vaccinare i giovani”, avrebbe affermato Palù, facendo emergere possibili condizionamenti esterni nelle decisioni sanitarie.

Il materiale, ora a disposizione degli investigatori, rappresenta un documento rilevante per ricostruire le dinamiche interne alla gestione dell’emergenza sanitaria. Le parole di Speranza mostrano l’intenzione di non rimettere in discussione l’impianto della campagna vaccinale per timore di rallentarne l’adesione da parte dei cittadini. L’ex ministro avrebbe dichiarato di sentirsi “spaventato” all’idea di rivedere le strategie, convinto che ogni segnale di esitazione avrebbe potuto compromettere la fiducia della popolazione.

Le registrazioni evidenziano come, all’indomani della morte di Camilla Canepa, si sia aperto un momento di forte confronto all’interno del Comitato tecnico scientifico. Le posizioni tra medici, ricercatori e rappresentanti delle istituzioni non sarebbero state sempre allineate, e il tema dell’uso di AstraZeneca nei più giovani sarebbe stato al centro delle discussioni.

Il caso riporta l’attenzione sul difficile equilibrio tra comunicazione, sicurezza e gestione della fiducia collettiva in una fase cruciale della pandemia. Da un lato la necessità di non rallentare la campagna vaccinale, dall’altro le crescenti preoccupazioni legate agli episodi di reazioni avverse.

Le indagini in corso dovranno chiarire se vi siano state responsabilità precise nella scelta di continuare a utilizzare il vaccino AstraZeneca in determinate fasce d’età nonostante i dubbi emersi a livello scientifico. Le dichiarazioni contenute nel video, unite alla testimonianza del presidente dell’Aifa, rappresentano un tassello che potrà contribuire a definire meglio il quadro complessivo.

Il documento acquisito dai carabinieri si aggiunge ad altri atti già in possesso della magistratura. L’obiettivo è accertare se le decisioni prese in quella fase siano state dettate unicamente da valutazioni scientifiche o se abbiano subito pressioni politiche.

Il nome di Roberto Speranza torna dunque al centro dell’attenzione, così come quello di Silvio Brusaferro e degli altri membri del Comitato tecnico scientifico coinvolti. La gestione della comunicazione sui vaccini, in particolare su AstraZeneca, resta un capitolo controverso della pandemia in Italia, e il video ora agli atti potrebbe avere un ruolo importante per far luce su quelle settimane decisive.



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