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Raid dell’Idf sulla nave Handala diretta a Gaza: a bordo anche due italiani, “Ci abbiamo provato lo stesso”



La nave Handala, parte della Freedom Flotilla Coalition, è stata fermata dall’esercito israeliano sabato sera mentre si trovava a circa 66 miglia nautiche da Gaza. A bordo dell’imbarcazione c’erano 21 persone, tra cui due cittadini italiani, due parlamentari francesi e una parlamentare europea. La missione aveva l’obiettivo di consegnare aiuti umanitari alla popolazione della Striscia di Gaza, gravemente colpita dalla crisi alimentare causata dal blocco imposto da Israele.



Secondo quanto riportato da Tony Lapiccirella, uno degli attivisti italiani a bordo, l’equipaggio era consapevole dei rischi legati alla missione. “Sapevamo che Israele ci avrebbe potuto fermare ma ci abbiamo provato lo stesso perché l’alternativa è continuare ad aspettare una reazione del nostro governo, e affidare il proprio senso di giustizia, la propria morale e la propria umanità a chi non ne ha”, aveva scritto Lapiccirella poco prima che la nave fosse intercettata.

La situazione è degenerata intorno alle 19:30, quando tre motovedette israeliane si sono avvicinate rapidamente alla Handala mentre questa navigava in acque internazionali. Gli attivisti a bordo hanno iniziato a prepararsi per l’imminente abbordaggio, indossando giubbotti di salvataggio e seguendo le procedure di sicurezza. La nave ha cercato di ottenere il permesso per entrare nelle acque territoriali egiziane, ma non ha ricevuto alcuna risposta dalle autorità del Cairo. Nel tentativo di evitare l’intercettazione, l’imbarcazione ha virato verso sud per avvicinarsi all’Egitto, ma le motovedette israeliane sono intervenute prima che potesse raggiungere il territorio egiziano.

Alle 22:45, i militari israeliani hanno preso il controllo della nave. Dalle telecamere di sorveglianza, che trasmettevano in diretta streaming su YouTube, si è visto un gruppo di soldati armati salire a bordo della Handala. Gli attivisti, in segno di protesta pacifica, sono rimasti seduti con le mani alzate e i giubbotti di salvataggio indossati. Poco dopo, le telecamere sono state manomesse e il collegamento video si è interrotto, lasciando solo le urla dell’equipaggio udibili.

La sorte dei membri dell’equipaggio sembra seguire un copione già visto in precedenti missioni simili. Come accaduto un mese fa con gli attivisti della nave Madleen, tra cui Greta Thunberg, è probabile che i 21 membri della Handala, inclusi i due italiani, vengano deportati in Israele e arrestati. Gli attivisti hanno già annunciato che, in caso di detenzione, intraprenderanno uno sciopero della fame per solidarietà con la popolazione di Gaza.

La situazione nella Striscia di Gaza continua a essere drammatica. Dal mese di ottobre 2023, almeno 122 persone, tra cui 83 bambini, sono morte di fame a causa del blocco imposto da Israele agli aiuti umanitari. Nonostante le dichiarazioni del governo israeliano che negano l’esistenza di una carestia nella regione e promettono l’invio di aiuti umanitari, la guerra nella zona prosegue senza tregua.

Gli attivisti a bordo della Handala hanno ribadito la necessità di un intervento internazionale per porre fine alla crisi. “Chi antepone il profitto alla vita e permette lo sterminio di un popolo intero, è complice. Se non volete altre navi civili tentare la sorte per la più minima possibilità di superare il blocco navale di Israele allora fate pressione sul governo italiano perché faccia il suo lavoro”, hanno dichiarato.

La vicenda della Handala solleva nuovamente interrogativi sulla gestione del conflitto israelo-palestinese e sulle responsabilità della comunità internazionale nel garantire il rispetto dei diritti umani. Mentre gli attivisti continuano a rischiare la propria libertà per portare aiuti alle persone colpite dalla crisi, la risposta dei governi coinvolti sembra essere insufficiente.

Con l’intercettazione della Handala, si aggiunge un altro capitolo alla lunga storia delle missioni umanitarie verso Gaza ostacolate dalle autorità israeliane. Resta da vedere quali saranno le conseguenze per i membri dell’equipaggio e se questa vicenda riuscirà a smuovere le coscienze della comunità internazionale.



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