Nel 2002, durante l’era di Silvio Berlusconi, il regista Nanni Moretti si fece notare per il suo famoso j’accuse contro i leader dell’Ulivo, affermando: “Con questi dirigenti non vinceremo mai!” Oggi, rivedere quel momento storico sembra appropriato, specialmente alla luce delle recenti elezioni regionali in Toscana. Con i leader attuali, Elly Schlein e Giuseppe Conte, il timore è che il centrosinistra non riesca a competere efficacemente contro la destra, rappresentata da Giorgia Meloni e il suo partito, Fratelli d’Italia.
Il risultato delle elezioni toscane ha messo in evidenza la fragilità della propaganda politica in Italia. Matteo Salvini, con la sua Lega, ha visto un calo significativo, fermandosi al 4,3%, mentre Schlein e Conte hanno subito una sconfitta schiacciante. Nonostante le loro riserve iniziali, hanno dovuto riconfermare Eugenio Giani, il presidente uscente, che ha ottenuto una vittoria netta, migliorando il suo risultato rispetto a cinque anni fa. Giani ha vinto con un margine di 14 punti percentuali su Susanna Ceccardi, la candidata della Lega, e ha dimostrato che non era necessario allargare l’alleanza ai 5 Stelle, che hanno mostrato poca influenza nel processo.
L’errore strategico di Schlein ha permesso a Conte di guadagnare un’influenza sproporzionata rispetto al reale peso politico del suo partito. Questo è avvenuto anche in altre regioni, come nelle Marche e in Calabria, dove Conte ha ottenuto candidati come Pasquale Tridico. Tuttavia, il risultato è stato deludente, con il Movimento 5 Stelle che ha mantenuto le stesse percentuali del 2021, attestandosi al 6,4%, nonostante la candidatura di un esponente di spicco come Tridico, noto per aver ideato il Reddito di Cittadinanza.
Il Movimento 5 Stelle ha storicamente avuto un rapporto complicato con le elezioni regionali e comunali, mancando di un forte radicamento territoriale. La transizione da movimento di opinione a partito politico ha rivelato le sue difficoltà, dimostrando che il “cambio di sesso” non ha portato ai risultati sperati. Gli elettori pentastellati tendono a non recarsi alle urne quando non trovano un candidato che li rappresenti, e questo è accentuato dalla mancanza di un’ideologia condivisa.
Conte, pur avendo consolidato il suo potere all’interno del Movimento, eliminando figure come Beppe Grillo, Alessandro Di Battista e Virginia Raggi, non è riuscito a mobilitare la base elettorale. La sua strategia di alleanze con il Partito Democratico non ha incontrato il favore degli elettori, molti dei quali non hanno mai accettato l’alleanza con un partito che un tempo era visto come il principale avversario.
Le posizioni del Movimento, influenzate da una narrazione anti-europeista e da una certa indulgenza verso la Russia, non si allineano con le aspettative del Partito Democratico. Questo crea una dissonanza che complica ulteriormente la possibilità di una cooperazione fruttuosa. Il PD ha bisogno del 13,4% che Conte rappresenta a livello nazionale per competere nelle elezioni politiche, ma le differenze politiche e ideologiche rendono difficile la creazione di un campo largo.
Una strategia più pragmatica potrebbe essere quella di permettere a ciascun partito di presentare il proprio programma e di discutere eventuali alleanze solo dopo le elezioni. Tentare di formare un’alleanza prima delle elezioni si è dimostrato problematico, a causa di differenze di principio e di un’eccessiva intransigenza.
Il successo del centrodestra, con figure come Matteo Salvini, Antonio Tajani e Giorgia Meloni, dimostra che, nonostante le loro divergenze, riescono a mantenere un’unità di intenti. Se l’opposizione avesse leader capaci di fare politica in modo efficace, la situazione per Meloni potrebbe essere diversa.
In Toscana, Schlein e Conte hanno sottovalutato l’importanza di Giani, mentre in Campania si stanno concentrando su Roberto Fico, un candidato che non ha brillato nei sondaggi. Qui, la figura di Vincenzo De Luca, lo Sceriffo di Salerno, potrebbe rivelarsi cruciale. Dopo aver inizialmente criticato De Luca, Schlein ha dovuto accettare la sua influenza, conferendo la segreteria regionale del PD a suo figlio, Piero.
La situazione in Campania potrebbe rivelarsi decisiva, poiché il candidato del centrodestra, Edmondo Cirielli, è di Salerno, come De Luca. Se quest’ultimo non riuscirà a mobilitare i suoi elettori, il risultato potrebbe essere sfavorevole per il centrosinistra. Se Schlein e Conte dovessero perdere, dovrebbero affrontare gravi conseguenze politiche.



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