Al centro della polemica politica a Roma c’è la decisione del sindaco Roberto Gualtieri di far rimuovere una campagna di manifesti promossa dalla Lega, ritenuta violare il regolamento comunale sui contenuti etici delle affissioni pubblicitarie. L’opposizione, guidata dalla Lega, denuncia un atto di censura politica. Il Comune replica che si è trattato di applicazione delle norme vigenti in materia di pubblicità, in particolare quelle che vietano stereotipi etnici.
Gli slogan sulla sicurezza, come “Scippi in metro? Ora finisci in galera senza scuse” e “Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in 24 ore”, presentavano immagini generate da intelligenza artificiale raffiguranti nomadi, persone di colore o giovani con dreadlocks associati a comportamenti criminali . Secondo il Campidoglio, tali rappresentazioni violano il Regolamento comunale perché “contengono stereotipi legati all’appartenenza etnica” . La rimozione è avvenuta su disposizione autonoma degli uffici competenti in seguito a esposti da cittadini, con l’obiettivo di applicare puntualmente le normative esistenti, non di limitare la libertà di espressione .
Il partito di Matteo Salvini ha immediatamente reagito definendo la scelta del sindaco un “vergognoso episodio di censura” e un “bavaglio comunista”, accusando il Comune di usare due pesi e due misure, visto che aveva sostenuto in passato manifestazioni della sinistra con risorse pubbliche . In una nota, i capigruppo della Lega al Senato e alla Camera, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, hanno affermato: “Quello di oggi è un vergognoso episodio di censura firmato Gualtieri contro la Lega… Mentre la Lega combatte contro gli scippi e le occupazioni abusive, la sinistra vuole metterci il bavaglio” . La deputata ed ex magistrato Simonetta Matone ha aggiunto che il gesto appare particolarmente grave: “Un’amministrazione benevola con le manifestazioni di sinistra e intransigente con chi la pensa in maniera diversa” .
In risposta, il Campidoglio ha chiarito che l’intervento degli uffici è strettamente tecnico e normativo, volto a far rispettare i contenuti etici stabiliti per la pubblicità. È stato ribadito che i pendenti rimangono aperti e che la Lega può presentare ricorso o riproporre la campagna modificando i contenuti in conformità con le norme .
Tra le voci politiche, anche il vicesegretario federale della Lega, Claudio Durigon, e il sottosegretario Nicola Molteni hanno denunciato un attacco alla democrazia e alle libertà fondamentali, minacciando iniziative legali e interrogazioni formali . Davide Bordoni, segretario regionale del Lazio, ha preannunciato la richiesta di risarcimenti per i danni arrecati dal Comune .
I manifesti in questione erano stati ideati con l’intento di comunicare i contenuti del decreto sicurezza della Lega in stile “trumpiano”, facendo leva sulle paure legate all’insicurezza urbana. Tuttavia, la scelta di raffigurare stereotipi etnici ha suscitato indignazione in parte della cittadinanza, determinando gli esposti che hanno avviato la procedura di rimozione .
La questione assume rilevanza politica in vista delle prossime elezioni comunali a Roma, perché accentua il confronto tra la visione della Lega – tesa a enfatizzare la sicurezza come valore identitario – e quella dell’amministrazione PD, orientata a tutelare diritti e minoranze. Inoltre, rivela le difficoltà di una comunicazione politica che eviti rappresentazioni che possano violare regole etiche legate alla non discriminazione.
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