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Rita De Crescenzo legge la lista dei condannati al Governo: “Se ci stanno loro, posso starci anch’io”



Un nuovo episodio del Pasta Podcast, condotto da Maria Rosaria Boccia e Rita De Crescenzo, ha attirato l’attenzione per le sue provocazioni nei confronti della politica italiana. Il video inizia con un’interrogazione diretta: “Rita, cosa stai leggendo?”. La risposta di De Crescenzo è incisiva: “Degli articoli che parlano male di me e dicono sempre le stesse cose. Poi però leggendo, leggendo, guarda questi del Governo”. Con queste parole, la influencer napoletana introduce un tema scottante, sollevando interrogativi sulla moralità dei politici attuali.



Il fulcro della discussione è la partecipazione di De Crescenzo alla manifestazione contro il riarmo, avvenuta sabato scorso, e la possibilità di un suo futuro ingresso in politica. Durante il podcast, De Crescenzo elenca i nomi di diversi politici che hanno subito condanne, imputazioni o sono attualmente sotto indagine. La sua affermazione “Se stanno là loro, posso starci pure io” implica un ragionamento che potrebbe sembrare semplice, ma è in realtà molto controverso: non si tratta di alzare gli standard etici della politica, ma piuttosto di abbassarli ulteriormente, consentendo a chiunque di entrare nel sistema politico.

Nel corso del podcast, Rita De Crescenzo menziona diversi esponenti della maggioranza di Governo, evidenziando le loro problematiche legali. Tra i nomi citati ci sono Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, che ha ricevuto una condanna senza dimettersi, e Daniela Santanché, ministro del Turismo, attesa a processo per falso in bilancio e accusata di altre irregolarità finanziarie. Altri nomi includono Augusta Montaruli, deputato di Fratelli d’Italia, condannata per peculato, e Carlo Fidanza, deputato europeo, che ha patteggiato una pena per corruzione.

Il discorso prosegue con riferimenti a Emanuele Pozzolo, imputato per porto illegale di armi, e Antonio Tajani, ministro degli Esteri, accusato di favorire finanziamenti ai partiti a discapito del reddito di cittadinanza. Anche Guido Crosetto, ministro della Difesa, è menzionato per aver dichiarato falsamente di essere laureato, mentre Matteo Piantedosi, ministro degli Interni, è attualmente indagato. Infine, Raffaele Fitto, membro del Parlamento europeo, è stato condannato nel 2013 per finanziamento illecito ai partiti.

Dopo questa lunga lista, Maria Rosaria Boccia interviene, dicendo: “Abbiamo capito che tu ti puoi candidare, dobbiamo solo studiare”. De Crescenzo esprime gratitudine, affermando con sicurezza: “Per tanti, sono la ‘malamente’ solo perché non so parlare italiano. Voglio fare scuola e andare avanti in questo percorso”. Con determinazione, aggiunge: “Grazie a te Rosaria, un giorno forse arriverò in Parlamento”. Qui, De Crescenzo gioca la carta dell’underdog, suggerendo che l’unico ostacolo al suo ingresso in politica sarebbe la sua padronanza della lingua italiana, non la sostanza delle sue idee.

Questa conversazione mette in luce un tema ricorrente nel dibattito politico italiano: la percezione della moralità e dell’etica tra i rappresentanti eletti. La provocazione di Rita De Crescenzo non è solo una critica alla classe politica attuale, ma anche un invito a riflettere su quali siano i requisiti per entrare in politica. La sua posizione sembra sfidare l’idea che ci debbano essere standard elevati per i politici, suggerendo invece che, se i politici attuali possono rimanere in carica nonostante le loro problematiche legali, anche lei potrebbe avere una chance.

Il podcast si conclude con un tono di sfida e determinazione. De Crescenzo non si limita a criticare, ma propone anche una sua visione per il futuro. La sua ambizione di entrare in politica potrebbe sembrare provocatoria, ma riflette una frustrazione condivisa da molti cittadini nei confronti di un sistema politico percepito come corrotto e distante dalla realtà.



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