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Russia piazza missili ai confini NATO: capitali europee nel mirino



La recente mobilitazione militare della Russia ha portato alla schieramento dei sistemi missilistici Iskander-M nella regione di Kaliningrad, un’enclave strategica situata tra Polonia e Lituania. Questa mossa, effettuata durante le esercitazioni militari Zapad-2025, mette direttamente a rischio numerose capitali europee, tra cui VarsaviaVilnius e Riga, oltre a buona parte della Polonia e porzioni di Germania, Danimarca e Svezia.



I missili 9M723, lanciati da Kaliningrad e diretti verso ovest, hanno un raggio d’azione stimato di 500 chilometri, capace di colpire rapidamente infrastrutture e centri strategici della Nato. Berlino e Stoccolma, sebbene appena fuori dal raggio di azione, risultano comunque vulnerabili in un contesto di potenziale escalation.

Secondo alcuni esperti, la presenza di questi sistemi nel territorio russo non è soltanto un fatto tattico, ma anche un elemento di guerra psicologica finalizzato a mettere pressione politica sull’Alleanza Atlantica e ad erodere la fiducia nella capacità difensiva della Nato. Il dispiegamento nella regione di Kaliningrad ha inoltre spinto vari Paesi membri a valutare un rafforzamento delle reti di difesa missilistica, incluso il potenziamento di sistemi come Patriot e THAAD.

Le autorità della Nato, pur definendo la risposta alle incursioni russe come “molto efficace”, riconoscono che la capacità di difesa contro attacchi con droni o missili a corto raggio rimane una sfida aperta, evidenziando limiti e lacune nei sistemi attuali.

L’escalation militare russa, accompagnata da quei movimenti tattici che avvicinano ulteriormente armi ad ampia portata ai confini occidentali della Nato, fa crescere la tensione e mette in evidenza il rischio reale per le capitali e le principali infrastrutture europee, in uno scenario dove ogni errore di calcolo potrebbe avere conseguenze gravi.



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