Per la prima volta, la controversa capsula per il suicidio assistito, denominata Sarco, è stata impiegata in Svizzera. L’episodio ha coinvolto una donna americana di 64 anni, affetta da una grave malattia autoimmune, che ha deciso di porre fine alla propria vita nel canton Sciaffusa, precisamente in una foresta situata nell’area di Merishausen. La donna ha agito con il supporto dell’organizzazione per l’eutanasia The Last Resort, scegliendo quella che ha definito una “dolce morte”.
La capsula Sarco, progettata da Philip Nitschke, noto sostenitore dell’eutanasia, e dal designer industriale olandese Alexander Bannink, è stata concepita per offrire un’alternativa tecnologica ed esteticamente avanzata al suicidio assistito. Tuttavia, il dispositivo risulta essere illegale in Svizzera. La ministra della Salute Elisabeth Baume-Schneider ha spiegato che la macchina non è conforme alle normative vigenti e ne ha immediatamente vietato l’utilizzo in via precauzionale. La notizia del suo impiego ha scatenato un’ampia discussione e portato all’apertura di un procedimento penale.
La polizia svizzera ha effettuato diversi arresti in relazione alla morte della donna, avviando un’indagine per incitamento e assistenza al suicidio. La procura del Paese non esclude la possibilità di aggiungere ulteriori accuse nel corso delle indagini. Si prevede che questa vicenda darà luogo a un lungo e complesso iter legale. Nel frattempo, ciò che è certo è che la donna ha utilizzato la capsula per togliersi la vita. Il dispositivo è dotato di un pulsante che, una volta premuto, rilascia rapidamente azoto nella camera interna, causando una drastica riduzione dei livelli di ossigeno. Questo processo provoca uno stato di stordimento seguito dalla perdita di coscienza e dalla morte, evitando sensazioni di panico o soffocamento.
La capsula Sarco, il cui nome deriva da “sarcofago”, è stata sviluppata con l’intento di idealizzare il momento del suicidio assistito come un “viaggio”. Il design futuristico e accattivante ricorda quello di un’astronave, e il dispositivo è stato realizzato per essere accessibile dal punto di vista economico. Stampata in 3D, la capsula ha un costo stimato di circa mille dollari ed è disponibile in diverse dimensioni per adattarsi alle caratteristiche fisiche del cliente. Presentata per la prima volta nel 2017, Sarco ha generato numerosi dibattiti a livello globale, soprattutto riguardo alle implicazioni etiche del suo utilizzo.
Il principio di funzionamento della capsula si basa sull’uso dell’azoto. Un serbatoio contenente quattro litri del gas è posizionato sotto la camera in cui si trova la persona. Quando il pulsante viene premuto, l’azoto viene rilasciato e l’ossigeno viene aspirato rapidamente, riducendo la sua concentrazione al 5 percento in meno di un minuto. Questo processo porta alla perdita di coscienza e alla morte per ipossia entro cinque minuti, senza richiedere l’assunzione di farmaci.
Un aspetto interessante del design della Sarco è la sua capacità di prevenire la risposta di allarme ipercapnico, che si verifica quando l’organismo accumula grandi quantità di anidride carbonica (CO2) a causa della mancanza di ossigeno. Questo meccanismo mira a rendere il processo il più indolore possibile per l’utente.
Nonostante le intenzioni dei suoi creatori e le caratteristiche innovative della macchina, l’utilizzo della Sarco rimane altamente controverso e illegale in molti Paesi. La sua prima applicazione ufficiale nel settembre 2024 ha riacceso il dibattito sull’eutanasia e sul suicidio assistito, sollevando interrogativi etici, legali e morali. La ministra Elisabeth Baume-Schneider ha sottolineato che la macchina non rispetta le normative svizzere e che il suo uso rappresenta un rischio significativo.
La morte della donna americana nel canton Sciaffusa segna un punto cruciale nella discussione globale sull’eutanasia e sui metodi tecnologici per agevolarla. Mentre il caso continua a essere oggetto di indagini legali, l’episodio solleva profonde riflessioni sulla regolamentazione e sull’accettabilità sociale di dispositivi come la capsula Sarco.
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