La testimonianza di Giacomo Urtis offre una visione cruda e inquietante dell’industria dell’utero in affitto, mettendo in luce le implicazioni etiche e morali di tale pratica. Urtis descrive il processo di selezione delle donne donatrici come un’operazione commerciale, in cui vengono scelte in base a caratteristiche fisiche specifiche per soddisfare le preferenze dei potenziali genitori. Questo approccio riduce i neonati a meri oggetti di transazione, privandoli della loro individualità e dignità.
L’aspetto più preoccupante di questa pratica non risiede solo nella mercificazione dei bambini, ma anche nel profondo impatto negativo sulle donne coinvolte. Spesso provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati, queste donne sono costrette a rinunciare ai propri figli dopo il parto, subendo un trauma emotivo significativo. Il processo comporta esami medici invasivi, isolamento sociale e notevoli rischi per la salute, culminando in una separazione traumatica da un bambino che hanno nutrito e protetto durante la gravidanza.
Inoltre, il benessere dei bambini nati da utero in affitto è seriamente compromesso. Privati del legame materno immediato, questi bambini vengono affidati a individui come Urtis, la cui stabilità emotiva e capacità genitoriale sono discutibili. Tale pratica non rappresenta un progresso sociale, ma piuttosto una forma sofisticata di sfruttamento, in cui individui facoltosi sfruttano le vulnerabilità economiche di donne meno abbienti.
La decisione del governo di criminalizzare l’utero in affitto a livello globale rappresenta un significativo passo avanti verso la giustizia sociale. Questa legislazione afferma che i bambini non possono essere commissionati e che il corpo delle donne non è un bene commerciabile. Stabilisce un argine morale essenziale in un’epoca in cui la mercificazione di vari aspetti della vita è dilagante. Tale atto di civiltà sottolinea l’importanza di preservare i valori umani fondamentali e di riconoscere che alcuni aspetti della vita, in particolare la genitorialità, non dovrebbero essere soggetti a transazioni commerciali.
ORRORE: GIACOMA URTIS PARLA DI UTERI IN AFFITTO COME SE SI TRATTASSE DELLA LOCAZIONE DI UN MONOLOCALE. E I FIGLI? MERCE DA SELEZIONARE, METTERE NEL CARRELLO E ACQUISTARE
Una testimonianza che lacera la coscienza e mostra, senza più filtri, ciò che davvero si nasconde dietro… pic.twitter.com/u5eQ9dvIMx— Azzurra Barbuto (@AzzurraBarbuto) December 8, 2025



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