Con un’intervista rilasciata a Repubblica, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha replicato all’intervento della premier Giorgia Meloni al Meeting di Rimini, accusandola di aver pronunciato un discorso «autocelebrativo» e «che nega la realtà». Tuttavia, l’analisi condotta da Pagella Politica ha mostrato che diverse affermazioni di Schlein non corrispondono ai dati aggiornati, finendo così per indebolire la sua stessa critica. Otto dichiarazioni, una per una, evidenziano incongruenze e inesattezze.
La prima riguarda i centri per migranti in Albania. «[In Albania] hanno buttato un miliardo», ha detto Schlein. Ma il miliardo citato non compare nei documenti ufficiali. Secondo le stime, i costi complessivi tra costruzione e gestione non supererebbero i 700 milioni, distribuiti in cinque anni. Nessun miliardo, dunque, ma una cifra inferiore che smentisce l’accusa di spreco.
Sul fronte abitativo, la segretaria dem ha dichiarato: «L’unica cosa che hanno fatto [il governo] è stato togliere il fondo per l’affitto, 330 milioni per chi rischiava lo sfratto». In realtà, il fondo in questione era stato già lasciato senza rifinanziamenti in passato, come stabilito da una legge del 1998. A bloccarne l’erogazione non è stato l’attuale esecutivo, bensì governi precedenti, compreso quello guidato da Giuseppe Conte e, successivamente, da Mario Draghi.
Anche sull’energia i dati non coincidono con le parole della leader dem. Schlein ha sostenuto che il governo non facesse nulla per impedire agli italiani di avere «le bollette più care d’Europa». Ma, secondo i dati riportati da Pagella Politica, non è affatto così: i costi per famiglie e imprese non sono i più elevati del continente e, per quanto riguarda le aziende, l’Italia registra performance migliori della media europea.
La segretaria ha poi dichiarato che le ore lavorate «non aumentano». I dati Istat del primo trimestre 2025 smentiscono questa affermazione, segnalando una crescita dell’1% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% su base annua.
Un’altra dichiarazione riguarda l’occupazione giovanile. «L’occupazione è aumentata tra gli over 50, mentre i giovani fanno fatica come prima», ha affermato Schlein. I dati mostrano invece che l’occupazione è salita sia tra gli over 50 (dal 62,2% al 67,2%) sia nella fascia 25-34 anni (dal 66,6% al 68,8%). Un aumento trainato in particolare dai contratti a tempo indeterminato.
Sul tema dell’occupazione femminile, la segretaria ha citato numeri riferiti al 2023: «Il 31,5% delle donne occupate lavora in part-time contro l’8% degli uomini». Nel 2024, però, le percentuali sono cambiate: 29,9% per le donne e 7% per gli uomini. Il divario resta, ma i dati aggiornati dimostrano un miglioramento rispetto al quadro tracciato da Schlein.
Sulla sanità, la segretaria dem ha dichiarato: «Secondo l’Istat sono sei milioni di italiani, erano quattro e mezzo un anno prima», riferendosi a chi ha rinunciato ad almeno una visita specialistica. Anche in questo caso i dati sono leggermente diversi: nel 2024 si parla di 5,8 milioni, contro i 4,4 milioni del 2023. Inoltre, va ricordato che il governo ha incrementato il Fondo Sanitario Nazionale, portandolo a 136,5 miliardi per il 2025, con ulteriori stanziamenti previsti, come i 3 miliardi per le liste d’attesa nel 2024 e 4,2 miliardi a partire dal 2026.
Infine, il capitolo sul salario minimo. «Il salario minimo che c’è in ventidue Paesi», ha dichiarato Schlein. L’informazione è corretta: 22 Paesi su 27 dell’Unione Europea hanno introdotto una soglia minima salariale. Tuttavia, l’analisi sottolinea che nei Paesi che non lo adottano — come Italia, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia — i sistemi contrattuali collettivi garantiscono comunque retribuzioni considerate dignitose.
L’insieme di queste affermazioni mostra come, nel tentativo di contestare la premier Giorgia Meloni dopo il discorso di Rimini, Elly Schlein sia incorsa in diversi errori di valutazione e citazioni imprecise. Un risultato che, invece di rafforzare la sua posizione, ha contribuito a sollevare nuove critiche sulla solidità delle argomentazioni presentate dal Partito Democratico.



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