Secondo l’esperto, ecco perché la reazione di Andy Byron e Kristin Cabot al concerto dei Coldplay è stata inappropriata

Secondo l’avvocato e esperto di privacy Mario Ponari, la reazione di Andy Byron e Kristin Cabot al venire ripresi dalla Kiss Cam è stata inopportuna perché ha innescato l’amplificazione mediatica del video. Senza quell’attimo di panico—duck and cover—l’episodio sarebbe rimasto confinato all’interno dello stadio e non avrebbe generato alcuna “violazione della privacy”, nemmeno ipotetica  .

Il ragionamento dell’esperto

1. Riprese in luoghi pubblici

   Le registrazioni durante eventi pubblici non richiedono consenso, secondo l’articolo 97 della legge sul diritto d’autore ().

2. È la reazione che conta

   L’incidente non è stato tanto la registrazione in sé, ma la reazione visibile di imbarazzo e fuga. Se invece avessero reagito casualmente—sorridendo o ignorando la ripresa—l’attenzione si sarebbe spenta lì, e il video non sarebbe diventato virale ().

3. Effetto viralità e privacy violata

   Quando l’attenzione scoppia online, tutto si amplifica. E la viralità abbassa le probabilità che venga identificato chi ha diffuso le immagini, ma aumenta l’impatto sulla privacy dei protagonisti ().

4. Solo l’autore della diffusione rischia

   L’unico potenziale responsabile legale è chi ha diffuso il video, specialmente se questo danneggia l’onore o la reputazione. Tuttavia, identificare un singolo colpevole in uno stadio pieno di smartphone è praticamente impossibile ().

 Cosa avrebbero potuto fare

Un comportamento più rilassato—come una risata, un sorriso o un gesto di leggerezza—avrebbe probabilmente spento lì l’attenzione. Nessuno avrebbe montato il video, né sarebbe diventato virale, e la loro privacy sarebbe rimasta intatta.

Conclusione

La lezione dell’esperto è chiara: in situazioni simili, la privacy non viene violata dalla ripresa, ma dalla reazione che attira l’attenzione. Evitare il panico pubblico può impedire alla vicenda di uscire dall’evento, difendendo reputazione e intimità.