Una violenza brutale, degna di un film dell’orrore, è stata sventata dai Carabinieri a Roma. Undici persone, di cui cinque minorenni, sono state arrestate con l’accusa di sequestro di persona, tortura e tentata estorsione per regolamenti di conti legati al debito di droga. Le vittime, secondo l’accusa, venivano prelevate dalle proprie case e condotte in un garage nella zona Massimina, dove subivano sevizie inimmaginabili.
Le torture inflitte, a marzo e giugno 2025, includono percosse con spranghe, pugni, calci e l’uso di acqua bollente versata sul corpo delle vittime, legate a sedie e bendate. Gli aggressori avrebbero agito con tale ferocia da provocare lesioni gravissime, in un clima di terrore volto a estorcere denaro o a punire inadempienze.
L’operazione, chiamata “Garage della Paura” dalle fonti investigative, è scattata su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari di Roma e del Tribunale per i Minorenni, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e della Procura Minorile. Le indagini, coordinate dai Carabinieri della Compagnia di Roma Trastevere, sono partite da un banale arresto per detenzione di stupefacenti a marzo, per poi svelare un intreccio di violenza e crimine organizzato.
Tra gli undici arrestati, sei maggiorenni sono stati tradotti in carcere, mentre due minorenni sono stati collocati in un istituto penale minorile e altri tre in comunità. Le accuse sono molteplici e aggravate: oltre a sequestro e tortura, alcuni degli indagati dovranno rispondere anche di porto abusivo di esplosivo e danneggiamento aggravato.
Quest’ultima accusa è legata a un episodio di attentato dinamitardo avvenuto il 30 giugno in via Calcagnani, a Primavalle, dove un ordigno è esploso nel portone di un condominio Ater, provocando il cedimento parziale dell’androne e il panico tra i residenti. Secondo gli investigatori, l’attentato sarebbe riconducibile alla stessa organizzazione, a conferma di un modus operandi spregiudicato e violento.
La scoperta di questa cellula criminale, che operava con metodi da tortura sistematica, riaccende i riflettori sul legame tra microcriminalità violenta e tossicodipendenza, e sull’allarmante coinvolgimento di giovani e minorenni in reati di estrema gravità. Per le vittime, il trauma fisico e psicologico è profondo, mentre per la giustizia inizia ora il percorso per accertare tutte le responsabilità in quello che si configura come uno dei casi di crudeltà più efferati degli ultimi tempi nella capitale.



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