La missione della Global Sumud Flotilla, che vede la partecipazione di quaranta imbarcazioni dirette verso la Striscia di Gaza con aiuti umanitari, continua a suscitare un acceso dibattito politico. Nelle ultime ore la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha risposto alla richiesta di chiarimenti avanzata dalla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, che aveva chiesto al governo garanzie sulla sicurezza dei cittadini italiani imbarcati nella spedizione.
Nella sua lettera, Schlein aveva ricordato che a bordo delle navi ci sono “molte tonnellate di aiuti umanitari raccolti con grande partecipazione della società civile e della cittadinanza”, e che vi prenderanno parte anche parlamentari italiani, tra cui il deputato Arturo Scotto e l’eurodeputata Annalisa Corrado, entrambi appartenenti al Partito Democratico. La leader dem aveva sottolineato che “le quaranta imbarcazioni della Flotilla trasportano molte tonnellate di aiuti umanitari” e aveva chiesto alla presidente del Consiglio di informarla sulle azioni previste per garantire la tutela dell’equipaggio.
In Amsterdam, a ‘Queer for Palestine’ wanted to be part of the protest but was told:
“Get out, we don’t want you here. We are Muslims and you disgust us. You have no place in our cause.”
LGBT who support Palestine have to be the dumbest people ever! pic.twitter.com/vs5EyS3OJe
— Dr. Maalouf (@realMaalouf) September 3, 2025
La risposta di Meloni non si è fatta attendere. La premier ha spiegato che, pur essendo disposta ad attivare “tutte le misure di tutela e di sicurezza dei connazionali all’estero in situazioni analoghe”, ritiene la missione poco utile sul piano pratico. “Se l’obiettivo è la consegna di generi di prima necessità alla popolazione palestinese, vista la limitata quantità di aiuti trasportabili sulle imbarcazioni coinvolte, suggeriamo di avvalersi di canali alternativi e più efficaci di consegna”, ha dichiarato la presidente del Consiglio.
Il secondo punto messo in evidenza da Meloni riguarda il programma umanitario già attivato dal governo italiano, noto come Food for Gaza. Secondo i dati forniti dall’esecutivo, l’iniziativa ha permesso la distribuzione di “oltre 200 tonnellate di generi di prima necessità, aiuti alimentari e sanitari, toccando anche le aree più isolate e difficilmente raggiungibili della Striscia”. Il progetto, finanziato principalmente tramite il Programma alimentare mondiale, la Croce Rossa internazionale e la Fao, è presentato come una delle principali risposte italiane alla crisi umanitaria.
Un ulteriore elemento messo in evidenza dalla presidente del Consiglio riguarda i rischi legati alla missione. Secondo Meloni, l’uso di vie alternative per la consegna degli aiuti eviterebbe “di esporre i partecipanti ai rischi derivanti dal recarsi in una zona di crisi” e allo stesso tempo “l’onere a carico delle diverse Autorità statuali coinvolte di garantire tutela e sicurezza”. Un riferimento esplicito ai possibili interventi delle forze israeliane, che da mesi impongono restrizioni sugli aiuti destinati alla popolazione di Gaza.
La presidente del Consiglio ha infine riconosciuto che la Flotilla possa avere una “finalità di natura simbolica o politica”, ma ha ribadito che questo non cambia la posizione dell’esecutivo in merito alla sua efficacia concreta. In ogni caso, ha assicurato che “saranno adottate tutte le misure di tutela e di sicurezza dei connazionali all’estero in situazioni analoghe, come sempre garantito finora”.
Le dichiarazioni di Meloni arrivano mentre cresce l’attenzione internazionale attorno alla missione, composta da navi provenienti da diversi Paesi, cariche di beni di prima necessità e sostenute da associazioni civili. L’iniziativa punta a rompere simbolicamente il blocco israeliano e attirare l’attenzione sul perdurante stato di emergenza umanitaria della popolazione palestinese.
Il governo italiano, attraverso le parole della premier, ha scelto una linea prudente: riconoscere la natura simbolica della Flotilla ma sottolineare i limiti pratici dell’operazione, rimandando a programmi già avviati e sostenuti da canali istituzionali. Tuttavia, resta il nodo politico sollevato da Schlein: la sicurezza dei cittadini italiani che hanno deciso di partecipare.
Con questa posizione, Meloni conferma l’intenzione di garantire la protezione dei connazionali, ma ribadisce che l’esecutivo non intende avallare iniziative che considera più rischiose che utili. Un equilibrio che tiene insieme la volontà di salvaguardare i cittadini e quella di mantenere una linea diplomatica compatibile con gli alleati internazionali.



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