Quando decisi di andare a trovare mia suocera per alleggerire un po’ la fatica di mio marito Jacob, non mi aspettavo certo un’accoglienza calorosa. Ma nemmeno avrei mai potuto immaginare ciò che avrei scoperto.
Linda, sua madre, non era affatto malata. E quando mi rivelò la verità, tutto ciò che credevo di sapere sul mio matrimonio andò in frantumi. Perché se Jacob non era da lei ogni sera… allora, dove stava andando davvero?
Me lo chiesi con crescente inquietudine.
Ogni sera, Jacob usciva dicendomi che stava andando da sua madre. Era esausto, pallido, con lo sguardo stanco. Eppure, quella donna davanti a me era in perfetta salute.
Qualcosa non tornava.
Sono sposata con Jacob da otto anni. E sin dall’inizio, Linda non mi ha mai accettata completamente. Mi ha sempre fatto capire che sperava in qualcuna “migliore” per suo figlio: più carina, più ricca, più elegante. Non io.
Nonostante questo, ho cercato in tutti i modi di avvicinarmi a lei. Regali, sorrisi, pazienza. Ma nulla è mai stato sufficiente.
Alla fine, io e Jacob avevamo trovato un compromesso: meno contatti con sua madre, meno stress per tutti.
Poi, un mese fa, Jacob mi parlò con un’espressione insolita, quasi tesa.
“La mamma è malata, Carol. Ha bisogno di me.”
Mi sentii stringere il cuore. Disse che Linda era troppo debole per cucinare, che a malapena si reggeva in piedi. E ogni sera, dopo il lavoro, guidava per un’ora per occuparsi di lei.
Non mi lamentai. Sembrava il figlio premuroso che ogni madre vorrebbe.
Ma qualcosa cambiò la settimana scorsa.
Jacob tornò a casa ancora più esausto del solito. Si lasciò cadere sul divano come un uomo svuotato.
“Mi serve solo un’ora di riposo, poi vado da mamma”, mormorò, già mezzo addormentato.
E fu in quel momento che decisi: sarei andata io da Linda, per aiutarlo almeno per una sera.
Presi la macchina, passai al supermercato e guidai fino a casa di mia suocera, pronta alla solita accoglienza gelida.
Ma quando lei aprì la porta, rimasi senza fiato.
Linda era vestita di tutto punto, truccata, con le unghie curate. E non appena mi vide, scoppiò in lacrime.
“Carol! Cosa è successo? Non vedo Jacob da TRE MESI! Sta bene?!”
Il mio cuore si fermò.
“Tre mesi?” balbettai. “Ma lui dice che viene qui ogni sera!”
Linda era confusa quanto me. “Non risponde ai miei messaggi. Pensavo si fosse arrabbiato con me!”
Fu allora che compresi che Jacob aveva mentito. Per tutto quel tempo. Mi guardai intorno, smarrita, lasciando la spesa sull’uscio.
“Non dirgli che sono stata qui, ti prego”, dissi. Lei annuì, ancora scossa.
Tornai in macchina e guidai verso casa, la mente affollata da mille pensieri. Dove andava Jacob ogni sera? Cosa stava nascondendo?
Parcheggiai a due isolati da casa e aspettai. Alle 21:15, vidi la sua macchina uscire dal vialetto. Lo seguii.
Guidava in direzione opposta rispetto alla città di sua madre. Dopo mezz’ora, si fermò davanti a una piccola casa in un quartiere tranquillo.
Scese, bussò… e entrò senza esitare.
Mi tremavano le mani mentre scendevo dall’auto. Bussai.
Aprì una donna giovane, bionda, bellissima. Rimase senza parole nel vedermi. Poi, un bambino sbucò dietro di lei.
Avrà avuto cinque anni. E aveva gli occhi… gli occhi di Jacob.
Poco dopo, Jacob uscì e mi vide.
“Carol? Cosa ci fai qui?”
Non risposi subito. Guardai il bambino. La donna. Mio marito.
E tutto mi fu chiaro.
Le notti fuori casa. La stanchezza. Le bugie.
Jacob non si prendeva cura della madre malata. Stava con loro. Aveva una seconda famiglia. Un figlio.
Con voce strozzata chiesi: “Hai un figlio?”
Non riuscì a rispondere. La donna lo guardò, delusa. “Non gliel’hai mai detto?”
Mi rivolsi a lei: “Sapevi che era sposato?”
Annuì, colpevole. “Sì… ma Jacob mi ha detto che tu sapevi di noi.”
Sentii una rabbia gelida montare dentro me. Ma non urlai. Non piansi.
Guardai lei. “Tienilo.”
Poi mi voltai e me ne andai.
La mattina dopo, chiesi il divorzio. Non volevo un uomo che viveva nel tradimento. Jacob tornò a chiedermi un’altra possibilità, dicendo: “Non è che non ti amo… ma loro avevano bisogno di me.”
Ma per me era troppo tardi. La fiducia era spezzata.
Se posso dare un consiglio a chi legge: ascoltate sempre il vostro istinto. Se qualcosa vi sembra sbagliato, probabilmente lo è. Non ignorate mai i segnali. Andate fino in fondo. La verità potrebbe non essere quella che volete… ma è l’unica che conta.
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