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Sparisce a 10 anni tornando da scuola: in Turchia trovato sepolto vivo, la polizia: “Autore è lo zio”



Un bambino di 10 anni, scomparso venerdì pomeriggio mentre faceva ritorno da scuola, è stato ritrovato sepolto vivo tre giorni dopo nell’estremo sud della Turchia. Il piccolo, ferito e ricoperto da terra e massi, è stato salvato grazie alla tenacia dei soccorritori e alla sua flebile voce che chiedeva aiuto da sotto le pietre. Alla domanda su cosa fosse accaduto, la sua prima dichiarazione è stata scioccante: “Mio zio mi ha picchiato e seppellito”.



La scomparsa del minore aveva subito allertato la famiglia e le forze dell’ordine. Dopo la denuncia, la polizia locale ha esaminato i filmati di oltre 200 telecamere di sicurezza, scoprendo che l’ultima persona vista con il bambino era proprio uno zio. Mentre l’uomo veniva identificato e arrestato (pur negando ogni accusa), sul terreno si è dispiegata un’impressionante operazione di ricerca che ha coinvolto agenti, squadre di soccorso e volontari.

La svolta decisiva è arrivata nelle prime ore di lunedì. Un volontario, mentre perlustrava una zona, ha udito dei rumori soffocati e, avvicinatosi, ha sentito una voce flebile provenire dal terreno. “Ho sollevato sette grandi pietre, una alla volta”, ha raccontato il soccorritore. “Una di queste era sulla sua testa, ma il ragazzo era cosciente. Ha pronunciato quelle parole subito dopo essere stato liberato”.

Il bambino, rimasto intrappolato sotto terra per tre giorni, è stato estratto con estrema cautela e trasportato d’urgenza in ospedale. Le sue condizioni erano critiche a causa di gravi ferite, tra cui lesioni alla testa che hanno richiesto un intervento chirurgico d’emergenza. Suo padre ha successivamente riferito ai media locali che l’operazione è riuscita e che il figlio è in lenta ripresa, esprimendo al contempo tutta la sua rabbia e sofferenza. “Per tre giorni non abbiamo dormito, e per quei tre giorni mio figlio era lì, sotto quelle pietre. Voglio che chi ha fatto questo riceva la punizione più severa possibile“, ha dichiarato.

La versione dell’arrestato, lo zio, contrasta radicalmente con il racconto del piccolo. Durante l’interrogatorio, l’uomo ha fornito una ricostruzione completamente diversa dei fatti: avrebbe semplicemente portato il nipote a raccogliere pistacchi vicino a un lago, dove il bambino sarebbe caduto da un albero. “Sono scappato perché avevo paura. Non l’ho seppellito, non l’ho coperto, non so cosa sia successo”, ha sostenuto. Nonostante le sue dichiarazioni, rimane in carcere mentre le indagini procedono per fare piena luce su una vicenda che ha sconvolto l’opinione pubblica turca.




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