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Strage dei carabinieri, il video che riapre le polemiche: mesi fa la donna parlava di riempire la casa di gas



L’esplosione del casolare di Castel D’Azzano, che ha causato la morte di tre carabinieri, solleva interrogativi sulla possibilità di prevenire la tragedia. Le dichiarazioni rilasciate da Maria Luisa Ramponi, ritenuta responsabile assieme ai due fratelli, nel novembre 2024, lasciano intendere un clima di crescente tensione. La signora Ramponi, in un’intervista a Telenuovo, affermava: “Con mio fratello lottiamo da cinque anni per avere giustizia. Ci hanno portato via tutta l’azienda agricola e adesso la casa. Volevano fare lo sgombero, ci siamo opposti in tutti i modi. Abbiamo riempito la casa di gas per riuscire a lottare”.



Le ultime informazioni indicano che la donna avrebbe lanciato la molotov che ha scatenato l’esplosione nella notte tra lunedì 13 e martedì 14 ottobre. La tragedia era stata scongiurata meno di un anno prima, quando le minacce dei fratelli non si erano concretizzate. In quell’occasione, i fratelli Ramponi erano saliti sul tetto con bottiglie molotov, minacciando di darsi fuoco per impedire lo sgombero e riempiendo la casa di gas.

Maria Luisa Ramponi aveva minacciato di darsi fuoco cospargendosi di amuchina in un precedente episodio, nel settembre precedente. Anche l’avvocato delegato alla vendita del casolare e dei campi pignorati dalla banca e messi all’asta era stato minacciato. La vicenda ha origine da un mutuo contratto da uno dei fratelli, che ha sempre dichiarato la sua firma come falsa. La procedura di esecuzione immobiliare è in corso da circa sei anni. I fratelli avevano già assistito all’asta dell’azienda agricola e successivamente dei terreni. Il casolare, dove risiedevano, era stato venduto ma non ancora sgomberato.



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