Il tragico epilogo della vicenda di Franco Lollobrigida, accusato dell’omicidio del trentacinquenne Giuliano Palozzi, si è consumato questa mattina. L’uomo è stato ucciso a colpi di pistola dal padre, Gugliemo Lollobrigida, mentre si trovava a piede libero in attesa di sentenza definitiva. La storia giudiziaria, che aveva visto ribaltamenti di sentenze tra primo grado e Appello, si chiude con la morte dell’imputato, lasciando una serie di interrogativi irrisolti.
Franco Lollobrigida, arrestato cinque anni fa con l’accusa di tentato omicidio per l’aggressione a Giuliano Palozzi, aveva visto il capo d’imputazione modificarsi nel tempo. Dopo il decesso di Palozzi, avvenuto l’11 giugno 2020 in seguito a mesi di coma, l’accusa era stata aggravata in omicidio volontario. Successivamente, una consulenza autoptica richiesta dal pubblico ministero aveva portato a una nuova formulazione dell’accusa: omicidio preterintenzionale.
L’imputato era stato sottoposto a misura cautelare per oltre un anno, tra carcere e arresti domiciliari, prima di tornare libero in attesa del giudizio di primo grado. La Corte d’Assise di Frosinone lo aveva assolto con la formula “per non aver commesso il fatto”. Tuttavia, la Procura aveva impugnato la sentenza e presentato ricorso in Appello. La Corte d’Assise d’Appello di Roma aveva accolto il ricorso, condannando Lollobrigida a dieci anni di reclusione il 20 maggio scorso. Nonostante la condanna in secondo grado, l’uomo continuava a vivere in libertà e lavorare, in attesa del deposito delle motivazioni della sentenza d’Appello.
L’avvocato della famiglia Lollobrigida, Alessandro Marcucci, ha spiegato che il ricorso in Cassazione era già stato pianificato: “Eravamo pronti a prenderne atto e ad avanzare una richiesta di ricorso in Cassazione contro la sentenza di condanna”. Sempre secondo il legale, il suo assistito si era dichiarato innocente riguardo all’accusa di omicidio: “Franco Lollobrigida rispetto alla vicenda dell’omicidio di Giuliano Palozzi si è sempre professato innocente. Non ha mai negato il fatto che c’è stata una colluttazione tra lui e Palozzi. Nella discussione Lollobrigida ha riferito che Palozzi avrebbe estratto un’arma, puntandogliela contro, e lui ha reagito. È stato sempre però convinto che fosse accaduto qualcos’altro dopo la loro colluttazione da parte di altre persone, dopo che Palozzi ha chiamato i soccorsi“.
La morte di Franco Lollobrigida interrompe definitivamente la vicenda giudiziaria. L’avvocato Marcucci ha commentato l’accaduto con amarezza: “Apprendendo la notizia dell’omicidio del mio assistito, una triste vicenda, ci sono rimasto molto male. Con la sua morte volge al termine la vicenda giudiziaria, che attendeva la Cassazione e che non andrà avanti. Posso dire che è morto con la presunzione di non colpevolezza, in quanto nel sistema giuridico italiano si è innocenti fino al terzo grado di giudizio“.
La famiglia Lollobrigida era ancora in attesa delle motivazioni della sentenza d’Appello per poter presentare ricorso. Ora, con la morte dell’imputato, il caso si chiude senza una sentenza definitiva della Cassazione. Questo evento drammatico lascia aperti dubbi e questioni giuridiche irrisolte, mentre la comunità locale resta scossa dalla tragedia.
La vicenda ha avuto un impatto significativo anche sulla città di Rocca di Papa, dove giorni prima il sindaco aveva dichiarato pubblicamente: “Ho preso un caffè con Palozzi poche ore prima che uccidesse Lollobrigida“. Una frase che sottolinea quanto le vite dei protagonisti fossero intrecciate e quanto questo caso abbia segnato profondamente la comunità.



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