Il dibattito sulla gestione della pandemia in Italia si infiamma nuovamente con le recenti audizioni della commissione parlamentare di inchiesta. Secondo quanto emerso, Roberto Speranza, ex ministro della Salute, avrebbe impedito l’invio di un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che evidenziava le carenze organizzative del sistema sanitario italiano durante i primi mesi dell’emergenza Covid-19. La denuncia è stata lanciata da Alice Buonguerrieri, parlamentare di Fratelli d’Italia e capogruppo della commissione.
Durante le audizioni, Francesco Zambon, dirigente medico e già ufficiale tecnico dell’Oms, ha confermato di essere stato incaricato di redigere un rapporto sulla risposta italiana alla pandemia. Zambon ha rivelato che il documento, che metteva in luce l’impreparazione dell’Italia di fronte al virus, è stato ritirato a causa di pressioni politiche. Buonguerrieri ha sottolineato che il rapporto di Zambon era particolarmente critico e che il nostro Paese, essendo stato il primo a fronteggiare l’impatto del virus proveniente dalla Cina, meritava una valutazione onesta e trasparente.
“L’audizione di oggi in commissione Covid di Francesco Zambon – ha affermato Buonguerrieri – conferma le accuse e mostra come il Ministero della Salute, guidato da Speranza, sia stato coinvolto nel ritiro di un rapporto fondamentale per comprendere le criticità della nostra risposta alla pandemia.” Le affermazioni di Zambon sembrano indicare che l’interferenza politica ha avuto un ruolo significativo nel processo di revisione e pubblicazione del rapporto.
In un’altra audizione, Antonella Zedda, senatrice di Fratelli d’Italia, ha ribadito l’importanza di fare chiarezza su questa situazione. “L’audizione di oggi conferma, anzi rafforza, quanto dichiarato da Ranieri Guerra, ex direttore generale dell’ufficio Prevenzione del Ministero della Salute. Non c’è stato un ‘niet’ della Cina, ma una chiara volontà politica di censurare quanto accaduto in Italia nei primi mesi del 2020,” ha dichiarato Zedda. La senatrice ha messo in evidenza un legame tra Speranza e l’Oms che, secondo lei, rappresenta un’anomalia tutta italiana.
Zedda ha inoltre sollevato interrogativi sul ruolo di Ranieri Guerra, il quale, pur non avendo un mandato decisionale come osservatore, sembra aver avuto un’influenza tale da giustificare dubbi sulla sua imparzialità. “È lecito chiedersi: cosa non dovevamo leggere in quel rapporto?” ha chiesto la senatrice, evidenziando come la gestione della crisi sanitaria possa essere stata influenzata da interessi politici.
Le audizioni hanno suscitato un acceso dibattito politico, con molti esponenti dell’opposizione che chiedono maggiore trasparenza e responsabilità da parte del governo. “Chi mente? Il governo Conte II ha fatto terrorismo politico sulla scienza?” ha concluso Zedda, esprimendo la necessità di una revisione critica delle decisioni prese durante la pandemia.
La questione del rapporto bloccato dall’Oms ha riacceso le polemiche sulla gestione della crisi sanitaria in Italia, con molti che chiedono che venga fatta luce su eventuali responsabilità politiche. La commissione di inchiesta continua a raccogliere testimonianze e documenti per chiarire le dinamiche che hanno caratterizzato la risposta italiana alla pandemia.
Il tema della trasparenza nella gestione della salute pubblica è diventato cruciale, soprattutto alla luce delle recenti rivelazioni. La commissione sta lavorando per capire non solo cosa sia successo all’interno del Ministero della Salute, ma anche come le decisioni politiche possano aver influenzato la risposta sanitaria del Paese.
In questo contesto, le audizioni di Zambon e Guerra sembrano rappresentare un passo importante verso una maggiore comprensione delle criticità emerse durante la pandemia. La richiesta di chiarimenti da parte delle forze politiche di opposizione riflette una crescente preoccupazione per la gestione della salute pubblica e per la necessità di garantire che simili situazioni non si ripetano in futuro.



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