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Val d’Aosta: ladro linciato dalla folla, gli autori del pestaggio finiscono nei guai.



Carabinieri della Compagnia di Châtillon/Saint-Vincent sono al lavoro per fare piena luce su quanto accaduto venerdì sera nella frazione Sisan di Arnad, dove un presunto ladro è stato pesantemente pestato da un gruppo di residenti. L’uomo, un cittadino albanese di 40 anni, è attualmente ricoverato in ospedale con una prognosi di 30 giorni per le ferite riportate. Non appena sarà dimesso, verrà trasferito nel carcere di Brissogne, come disposto dal giudice in sede di convalida dell’arresto. Il processo per furto è fissato per il 19 dicembre, data fino alla quale rimarrà in detenzione.



Le indagini seguono due piste principali: da un lato l’identificazione di un complice fuggito durante l’azione, dall’altro l’individuazione dei cittadini che hanno picchiato il ladro dopo averlo bloccato. Secondo le prime ricostruzioni, nell’aggressione potrebbe essere stato usato anche un piccone, elemento che i militari stanno verificando con attenzione.

La tensione era esplosa dopo che circa cinquanta persone, armate di bastoni, erano scese in strada esasperate da una serie di furti verificatisi nell’area nelle ultime settimane. I due sospetti ladri erano stati notati mentre uscivano da un’abitazione appena svaligiata, dando il via a un concitato inseguimento tra prati e boschi al buio. Uno dei due, ancora in possesso della refurtiva, è stato raggiunto dai residenti. Quando i Carabinieri – chiamati tempestivamente – sono arrivati sul posto, hanno faticato non poco a strappare l’uomo al linciaggio e a ristabilire un clima di calma.

Mentre i militari ricostruiscono minuto per minuto la dinamica, tra furto, tentativo di fuga e aggressione, alcuni residenti sostengono che le ferite dell’uomo siano state causate da una caduta nel letto di un torrente in secca durante la fuga. Una versione ancora tutta da confermare, dato che al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine l’uomo era già nelle mani della folla inferocita.

A commentare la vicida è intervenuto il comandante dei Carabinieri della Valle d’Aosta, Livio Propato, che ha ribadito con fermezza: «Non ci si può fare giustizia da soli. Noi c’eravamo, siamo arrivati pochi istanti dopo. Usare violenza è reato, e le ronde non sono ammesse né auspicabili».



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