La Russia ha espresso la sua disponibilità a instaurare una pace duratura con l’Ucraina, ma ha posto condizioni non negoziabili: il riconoscimento ufficiale della sovranità russa sulla Crimea e sulle regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, nonché l’impegno di Kiev a rinunciare all’adesione alla NATO. Queste richieste sono state ribadite dal presidente Vladimir Putin, che ha affermato che Mosca è aperta a “cercare compromessi”, ma ha precisato che le condizioni fondamentali per un accordo non devono cambiare .
Nel corso di una conferenza stampa con il leader bielorusso Alexander Lukashenko, Putin ha sottolineato l’insoddisfazione della Russia per i risultati dei negoziati tenutisi a Istanbul, definiti deludenti per “aspettative eccessive”. Secondo il presidente, solo un approccio negoziale riservato e realisticamente orientato potrebbe condurre a un risultato stabile . Ha inoltre affermato che la Russia sta ottenendo progressi sul campo e che le forze russe stanno effettuando una “dinamica positiva al fronte”: “riprendendo ciò che è nostro, non impossessandosi di ciò che appartiene a qualcun altro” in riferimento ai territori ora controllati da Mosca .
Parallelamente, Putin ha attaccato la legittimità del governo ucraino, sostenendo che non rispetta la Costituzione del Paese. Ha contrapposto il fatto che il governo russo sia stato formato nel pieno rispetto delle norme costituzionali con l’assetto istituzionale ucraino, che a suo avviso sarebbe risultato illegittimo perché privo di regolari elezioni durante la legge marziale .
Sul piano internazionale, Mosca ha reiterato l’idea di un ritorno all’autodeterminazione per i territori occupati, facendo leva sui referendum organizzati nel 2022 e nel 2023 come presunta espressione della volontà popolare di unirsi alla Russia – una tesi contestata a livello globale per la sua invalidità giuridica e simbolica .
Dal lato ucraino, il presidente Volodymyr Zelensky ha risposto alle dichiarazioni russe definendo le condizioni poste da Putin un vero e proprio “ultimatum”, e ha ribadito la disponibilità a colloqui diretti a livello di capi di Stato in qualsiasi momento . Kiev ha respinto fermamente ogni richiesta che presupponga la cessione di territorio o la rinuncia alla sua sovranità territoriale, ribadendo la propria legittimità democratica e rifiutando l’imposizione di governi esterni o tutelati .
I dati geopolitici più recenti rilevano che la Russia controlla attualmente circa il 19 % del territorio riconosciuto dell’Ucraina, inclusa la quasi totalità della regione di Luhansk e più del 70 % delle regioni di Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson . Queste aree sono formalmente annesse da Mosca, sebbene l’annessione non sia riconosciuta dalla comunità internazionale e sia ampiamente contestata sul piano legale .
La tensione resta alta: da un lato Mosca insiste sul fatto che la pace debba includere garanzie tali da proteggere gli interessi di sicurezza della Russia; dall’altro Kiev rifiuta qualsiasi condizione che violi la propria integrità territoriale o la propria adesione alla legittimità costituzionale. La prospettiva di un accordo resta incerta, condizionata dalla resistenza ucraina a cedere territori e dalla volontà russa di stabilire un nuovo ordine regionale.



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