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Wanna Marchi sapeva ogni cosa: «La polizia arriverà e li arresterà. Tra loro c’è una minorenne». Tuttavia elogiava gli affari



Stefania Nobile e Davide Lacerenza, coinvolti in un giro d’affari illegale, avevano nascosto la verità a molti. Ma le intercettazioni rivelano una storia di complicità, denaro e segreti.



Nel corso delle indagini che hanno portato agli arresti domiciliari di Stefania Nobile, Davide Lacerenza e altri coinvolti, è emerso un inquietante dettaglio: la mamma di Stefania, Wanna Marchi, era a conoscenza di gran parte degli affari illeciti che ruotavano attorno alla Gintoneria, un locale che sembrava nascondere un traffico di alcol, droghe e prostituzione. Le intercettazioni hanno rivelato che, pur non essendo indagata, Wanna Marchi sapeva perfettamente cosa stava accadendo dietro le quinte.

Le indagini hanno portato alla luce le parole di Stefania, che, pur mostrando preoccupazione per l’eventualità di un arresto imminente, non sembrava pronta a fermarsi. In una conversazione, Stefania ha dichiarato di temere l’arrivo della polizia, ma, nel contempo, si è mostrata consapevole della gestione illecita dei suoi affari. Anche se la mamma Wanna aveva espresso preoccupazione per le attività criminali, ha continuato a mostrarsi compiaciuta per i guadagni facili che il locale procurava, compresi i ricavi derivanti dalla vendita di alcol pregiato, droghe e prostitute.

Le intercettazioni hanno rivelato che Wanna Marchi, pur criticando aspramente alcuni comportamenti dei clienti, non ha mai smesso di ammirare i guadagni ottenuti grazie alla Gintoneria. In particolare, ha commentato in modo negativo il comportamento di un cliente che ha speso oltre 640.000 euro in tre anni, definendolo una persona “schifosa” per il suo comportamento, ma continuando a apprezzare il denaro che quel cliente aveva portato.

In una conversazione con il figlio, Maurizio, Wanna ha mostrato disapprovazione per il comportamento di Stefania e della sua compagna Linda, ma ha comunque prefigurato l’arresto di tutti coloro che erano coinvolti. In particolare, ha parlato con disprezzo dei giovani coinvolti nelle attività, tra cui una prostituta minorenne, senza però essere accusata di prostituzione minorile.

Nel frattempo, Stefania Nobile, pur preoccupata per le possibili conseguenze legali, ha continuato a gestire e contribuire agli affari della Gintoneria, assumendo un ruolo amministrativo e gestendo i conti dell’ex compagno Lacerenza. Nonostante temesse l’arrivo delle forze dell’ordine, ha continuato a chiudere un occhio sulle attività criminali che si svolgevano, probabilmente motivata dai guadagni facili derivanti dal traffico di droghe e dalla prostituzione.

Secondo gli inquirenti, Wanna Marchi avrebbe avuto un’influenza significativa sugli affari di Stefania, nonostante le sue critiche esterne. Nonostante si fosse dichiarata contro la gestione illegale della Gintoneria, la madre di Stefania non ha mai preso posizioni ferme per fermare questa attività. Le intercettazioni hanno anche rivelato che Stefania e Lacerenza si scambiavano suggerimenti su come giustificare gli incassi, tra cui l’emissione di scontrini falsi, per nascondere il traffico di droga e altre attività illecite.Le intercettazioni hanno messo a nudo non solo i temori di Stefania Nobile, ma anche la complicità di sua madre, Wanna Marchi, che pur mostrando disapprovazione per alcune attività, non ha mai preso misure concrete per fermarle. L’intero sistema di traffico di alcol, droghe e prostituzione che ruotava attorno alla Gintoneria ha portato a una serie di arresti e ha svelato una rete di affari sporchi nascosti dietro una facciata di eleganza e lusso. Nonostante il rischio di arresto, Stefania e Lacerenza sono riusciti a proseguire i loro affari illeciti, approfittando della complicità e dell’ignoranza di chi li circondava.



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