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“Quando mi hanno detto tr**a”. Barbara D’Urso Stupefatta: Rivela Dettagli Scabrosi e Punta il Dito Verso Mediaset



Barbara D’Urso: un addio amaro a Mediaset e l’esplosione di verità

Barbara D’Urso, volto iconico della televisione italiana, rompe il silenzio. Dopo l’annuncio dell’addio a Mediaset, la conduttrice decide di gettare luce sulla verità che si nasconde dietro la frattura con l’azienda con la quale ha collaborato per 15 anni.



L’addio inaspettato a Mediaset

La decisione, secondo quanto riportato da D’Urso a Repubblica, non è stata una scelta condivisa, ma un licenziamento a sorpresa. “Canale 5 e Barbara d’Urso hanno concordato che dalla prossima stagione televisiva l’artista non condurrà più Pomeriggio Cinque”, recitava il comunicato ufficiale di Mediaset. Una dichiarazione contestata dalla conduttrice, che accusa l’azienda di averle tolto la conduzione di Pomeriggio 5 senza alcuna giustificazione.

La chiusura improvvisa di Domenica Live e Live – Non è la D’Urso

Inoltre, D’Urso ha discusso anche della chiusura di Domenica Live e Live – Non è la D’Urso: “Chiuso dopo tre stagioni a tre puntate dalla fine. Motivo? Mai saputo”, ha commentato.

Il tweet shock di QuiMediaset

Un altro tassello del puzzle riguarda un tweet pubblicato dall’account ufficiale di Mediaset mentre a Domenica In andava in onda un suo videomessaggio per il compleanno di Gabriella Labate, moglie di Raf e amica di Barbara.

“Sull’account QuiMediaset compare il tweet ‘Che cosa antipatica. Troie mi pare azzeccato Silvy’, sotto la foto mia e di Mara. Resta solo 2 minuti, chi ha le chiavi per entrare lo cancella.”, ha rivelato la D’Urso, aggiungendo che il giorno dopo QuiMediaset si è scusato con le persone offese ammettendo che si trattava di un errore interno.

La reazione di Barbara D’Urso

Sconvolta, D’Urso spiega a Repubblica il suo punto di vista: “Nessuno mi chiede scusa, in fondo sono stata chiamata ‘troia’, ho due figli che non vogliono mai apparire, si sono chiesti: possibile che l’azienda dove lavora da anni la chiami troia? Dopo tre giorni il capo della comunicazione mi chiede scusa privatamente ammettendo che tutto è partito dal suo piccolo gruppo di persone che si occupa, appunto, della comunicazione”.



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