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“Siamo pronti” Dazi, Trump infierisce e la Megera annaspa: una figuraccia globale firmata incompetenza



Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha recentemente comunicato all’Unione Europea che, a partire dal primo agosto, intende applicare dazi del 30% sulle merci europee. Questo annuncio, sebbene meno severo rispetto a precedenti minacce di dazi al 50%, rappresenta comunque una sfida significativa per l’economia europea. La situazione è complicata dalla mancanza di una risposta unitaria da parte dell’Unione, che deve affrontare interessi divergenti tra i suoi Stati membri.



In una reazione immediata all’annuncio di Trump, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che i nuovi dazi creerebbero problemi significativi nelle filiere produttive sia europee che americane, danneggiando produttori e consumatori da entrambe le parti. Von der Leyen ha sottolineato che l’Unione Europea rimane aperta ai negoziati, ma ha anche avvertito che sono in preparazione contromisure per garantire una risposta adeguata.

Tuttavia, la questione si complica ulteriormente poiché ogni Stato membro ha interessi economici specifici e talvolta contrastanti. Francia, Germania e Italia sono tra i paesi più influenti, ma le loro posizioni sulla questione dei dazi non sono allineate. Il governo francese ha espresso la necessità di presentarsi ai negoziati con una proposta seria di contromisure, che includa aumenti dei dazi e limitazioni agli investimenti. Al contrario, la Germania, la quale dipende in misura maggiore dalle esportazioni verso gli Stati Uniti, ha chiesto una strategia più cauta, preferendo continuare i negoziati piuttosto che adottare misure punitive immediate.

Anche il governo italiano ha assunto una posizione prudente. In un comunicato, ha affermato di sostenere le decisioni della Commissione Europea e di confidare nella “buona volontà” delle parti per trovare un accordo vantaggioso per tutti. Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha cercato di utilizzare il suo rapporto personale con Trump per negoziare un abbassamento dei dazi, ma finora questo approccio non ha portato ai risultati sperati.

La situazione attuale ha generato preoccupazione tra gli operatori economici, che temono un impatto negativo sui mercati. Con l’apertura dei mercati prevista per domani, molti osservatori si aspettano una giornata difficile, con la possibilità di un “lunedì nero” che potrebbe riflettersi negativamente sulle borse europee. Le tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e l’Europa, già tese a causa di precedenti conflitti tariffari, potrebbero intensificarsi ulteriormente se non si raggiunge un accordo prima della scadenza fissata da Trump.

Nei prossimi giorni, sono programmate riunioni tra vari organi dell’Unione per discutere la situazione e cercare di elaborare una strategia comune. La divisione tra i membri dell’Unione Europea rende difficile trovare una risposta coesa, ma è chiaro che il tempo per le trattative è limitato. L’Unione dovrà affrontare la sfida di mantenere unita la propria posizione mentre cerca di proteggere i propri interessi economici.

La questione dei dazi imposti da Trump mette in risalto le fragilità delle relazioni commerciali transatlantiche. Mentre l’Unione Europea si prepara a rispondere, la mancanza di un consenso tra i suoi membri potrebbe complicare ulteriormente le trattative. La situazione è in continua evoluzione, e gli sviluppi nei prossimi giorni saranno cruciali per determinare la direzione delle relazioni commerciali tra gli Stati Uniti e l’Europa.



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