Tre individui, tra cui due uomini e una donna, sono stati arrestati nel quartiere di Soccavo, nella periferia occidentale di Napoli, con l’accusa di estorsione ai danni di due esercizi commerciali. Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia Bagnoli, hanno portato alla misura cautelare in carcere per i tre sospettati, ritenuti collegati al clan camorristico Grimaldi, attivo nella zona.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli arrestati avrebbero imposto il pagamento di somme di denaro e la consegna di beni materiali ai titolari di un negozio di abbigliamento e di un bar pasticceria situati in via dell’Epomeo, una delle principali arterie commerciali del quartiere. L’operazione è stata possibile grazie a una serie di accertamenti e all’analisi dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona.
Gli indagati, identificati come Vincenzo Pugliese, soprannominato “Roccocò”, 45 anni, Marco Ardito, detto “‘o Pittore”, 48 anni, e Vittoria dell’Annunziata, 43 anni, sono accusati di aver agito in concorso con l’aggravante di favorire un’organizzazione mafiosa, secondo quanto previsto dall’articolo 416 bis 1 del codice penale.
Le richieste avanzate dai tre agli imprenditori si sarebbero svolte nel dicembre 2024. Nel caso del negozio di abbigliamento, i due uomini avrebbero preteso una somma di 400 euro, giustificandola come contributo destinato ai detenuti affiliati al clan. Nel caso del bar pasticceria, invece, la richiesta avrebbe riguardato sia denaro che beni materiali. Gli indagati avrebbero preteso tre cesti natalizi da destinare ai carcerati e avrebbero obbligato il titolare a consegnare 200 euro direttamente alla donna.
I dialoghi riportati dagli investigatori lasciano poco spazio all’interpretazione e mettono in evidenza il clima di intimidazione imposto ai commercianti. Frasi come “A voi non abbiamo dato il fisso perché siete nuovi, ma una cosa a piacere, basta che non ci fai pigliare collera” e “tutti pagano” sarebbero state utilizzate per sottolineare l’obbligo di sottostare al sistema criminale locale. Inoltre, uno degli arrestati avrebbe chiarito la sua appartenenza al clan con parole inequivocabili: “Non sono solo io ma dietro a me ci sono tanti di loro.”
Le indagini dei carabinieri si sono concentrate sull’identificazione dei responsabili e sulla raccolta di prove che potessero confermare le accuse. Fondamentale è stata l’analisi delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza installati nelle attività commerciali e nelle aree circostanti. Questi elementi hanno permesso agli inquirenti di ricostruire le dinamiche degli episodi estorsivi e di individuare i sospettati.
Il clan Grimaldi, al quale uno dei tre arrestati sarebbe vicino, è storicamente attivo nel quartiere di Soccavo. Sebbene negli ultimi anni abbia perso parte della sua influenza a causa delle operazioni delle forze dell’ordine e delle lotte interne, il gruppo criminale sembra essere in fase di riorganizzazione. Gli episodi di estorsione emersi dalle indagini rappresentano un chiaro segnale della volontà del clan di riaffermare il proprio controllo sul territorio.
La misura cautelare in carcere è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura. Gli arrestati sono ora accusati di estorsione aggravata, reato che prevede pene severe soprattutto quando è commesso con l’intento di favorire associazioni mafiose.



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