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Dieci giorni di diretta e torture: trovato morto lo streamer Jean Pormanove



Raphael Graven, noto nel mondo dello streaming come Jean Pormanove, è stato rinvenuto privo di vita nella sua abitazione di Contes dopo un livestream estremo durato dieci giorni e dieci notti. Durante questo periodo, il 46enne ha vissuto in condizioni di grave privazione, senza cibo, acqua, né sonno, e si sospetta che tali circostanze abbiano contribuito alla sua morte. La polizia ha scoperto il corpo di Pormanove mentre indagava sull’accaduto.



La tragica vicenda ha suscitato un’ondata di indignazione in Francia e ha riacceso il dibattito sui limiti dei contenuti estremi trasmessi online. Le autorità giudiziarie hanno avviato un’inchiesta per chiarire le dinamiche che hanno portato alla morte dello streamer, trovato nel suo letto. Secondo le prime informazioni, il livestream è stato interrotto da un altro youtuber che era presente durante l’ultima diretta e ha tentato invano di svegliare Pormanove.

Jean Pormanove era già al centro di polemiche per i suoi contenuti, che spaziavano dalle sessioni di gaming a video in cui venivano mostrate umiliazioni fisiche. I suoi streaming avevano generato un acceso dibattito in Francia riguardo alla sicurezza degli influencer e alla responsabilità delle piattaforme che ospitano contenuti violenti. La morte dello streamer ha spinto le autorità a esaminare le sue attività online e quelle di chi lo seguiva, in particolare coloro che erano presenti nelle ultime serate di diretta prima del tragico evento.

Le indagini si concentrano anche su altre figure coinvolte nel livestream, cercando di capire se ci siano state responsabilità da parte di chi ha partecipato all’evento. La situazione di Pormanove non è un caso isolato; pochi mesi fa, un’altra streamer, Keyla Andreina Gonzàlez Mecado, è stata assassinata in diretta, con un colpo di pistola sparato dal partner di un’amica durante una sessione di streaming. Questo omicidio, avvenuto davanti a centinaia di spettatori, ha sollevato ulteriori preoccupazioni sulla sicurezza degli influencer e sulla protezione degli utenti online.

L’industria dello streaming si trova ora a dover affrontare questioni etiche cruciali riguardanti la salute mentale e fisica dei creatori di contenuti. La pressione per attrarre visualizzazioni e mantenere l’attenzione del pubblico può portare a scelte pericolose, come dimostra la tragica fine di Pormanove. Molti esperti avvertono che la ricerca del sensazionalismo può avere conseguenze devastanti, e che è essenziale stabilire normative più rigorose per proteggere gli streamer e i loro fan.

In seguito alla morte di Pormanove, diverse organizzazioni hanno chiesto un intervento legislativo per regolare i contenuti estremi e garantire un ambiente più sicuro per gli utenti delle piattaforme di streaming. La comunità dei creator online è sotto pressione per riconsiderare le pratiche e i contenuti che vengono promossi, al fine di evitare che episodi simili possano ripetersi in futuro.

Le autorità stanno anche valutando il ruolo delle piattaforme di streaming nel monitoraggio dei contenuti trasmessi. Le aziende sono chiamate a responsabilizzarsi di più riguardo ai materiali che consentono di pubblicare, specialmente quando si tratta di contenuti che possono mettere a rischio la vita o la salute degli utenti. La morte di Jean Pormanove potrebbe rappresentare un punto di svolta nella discussione su questi temi e portare a una maggiore consapevolezza riguardo ai pericoli insiti nel mondo dello streaming.



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