Nuovo attacco da parte di Donald Trump al finanziere di origine ungherese George Soros e al figlio Alex. Secondo il presidente degli Stati Uniti, i due sarebbero responsabili di sostenere e alimentare alcune proteste popolari che nelle ultime settimane hanno coinvolto diverse città americane. L’accusa è stata lanciata attraverso un messaggio diffuso sul social Truth, piattaforma utilizzata da Trump per le sue comunicazioni dirette.
Nel testo, l’ex tycoon ha scritto: “L’investitore e filantropo George Soros dovrebbe essere incriminato, assieme al suo ‘meraviglioso figlio di estrema sinistra’, ai sensi della legge sulle organizzazioni corrotte e influenzate dal crimine organizzato (Rico) a causa del loro sostegno a proteste violente negli Stati Uniti”.
Trump ha poi aggiunto: “Non permetteremo più a questi pazzi di distruggere l’America, senza darle nemmeno la possibilità di respirare ed essere libera”. Successivamente ha rincarato la dose, definendo Soros e i suoi sostenitori come “un gruppo di psicopatici che hanno causato gravi danni al nostro Paese”, concludendo con un avvertimento: “Fate attenzione, vi stiamo osservando”.
Le dichiarazioni hanno immediatamente attirato l’attenzione dei media statunitensi, alimentando un dibattito sull’utilizzo della legge RICO in contesti politici.
Il rapporto conflittuale tra Trump e Soros non è nuovo. Il presidente repubblicano ha spesso accusato il finanziere di influenzare la politica americana attraverso ingenti finanziamenti al Partito democratico. Dall’altra parte, Soros ha sempre manifestato la propria opposizione a Trump, sostenendo attivamente le forze progressiste e criticando l’amministrazione repubblicana.
Già nel marzo 2025, Trump aveva ipotizzato un coinvolgimento diretto di Soros nel crollo delle borse, in particolare quello che aveva colpito aziende come Tesla, con conseguenti danni economici anche per Elon Musk. In quell’occasione il presidente aveva affermato: “Credo che Soros abbia avuto un ruolo in questa vicenda, speculando ancora una volta sugli americani”.
La nuova accusa segna quindi un ulteriore capitolo nello scontro politico e personale tra i due.
La legge RICO, richiamata da Trump, è un provvedimento federale introdotto negli Stati Uniti nel 1970 per contrastare le organizzazioni criminali. L’acronimo sta per Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act e la norma permette di perseguire chi partecipa a un modello di attività criminale continuativa. Perché l’accusa sia valida, è necessario che siano stati commessi almeno due reati specificati dalla legge in un arco di dieci anni. Tra i reati ricompresi vi sono frodi, estorsioni, traffico di droga e attività mafiose.
Le pene previste dalla legge sono severe: oltre alle sanzioni penali, che possono includere lunghi anni di reclusione, sono previste multe significative. Sul piano civile, la vittima di tali attività può essere risarcita fino a tre volte il danno subito.



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