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Roberta, soccorritrice del 118, muore in un tragico incidente stradale al rientro dal turno



Un drammatico incidente ha spezzato la vita di Roberta Occhipinti, 59 anni, operatrice del 118 di Marina di Ragusa, nella serata di mercoledì 25 ottobre. La donna stava rientrando a casa dopo aver concluso il suo turno di lavoro come autista soccorritrice presso il servizio di emergenza sanitaria locale. L’episodio si è verificato intorno alle 20:30 sulla strada Ragusa mare, dove la sua auto si è scontrata violentemente con un’altra vettura proveniente in senso opposto.



Le cause dello scontro sono ancora in fase di accertamento, ma l’impatto è stato devastante. Nonostante l’intervento immediato dei suoi stessi colleghi del 118, giunti sul posto con l’ambulanza, ogni tentativo di salvare la vita della donna si è rivelato inutile. I soccorritori hanno cercato di stabilizzarla direttamente sul luogo dell’incidente e l’hanno trasportata d’urgenza, in codice rosso, al pronto soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa. Tuttavia, i medici non hanno potuto fare nulla per evitare il tragico epilogo: Roberta Occhipinti è deceduta poco dopo l’arrivo in ospedale.

Nell’incidente è rimasto ferito anche il conducente dell’altra vettura coinvolta, un uomo che è stato trasportato e ricoverato presso l’ospedale Guzzardi di Vittoria. Fortunatamente, le sue condizioni non sembrano destare preoccupazioni e non sono state considerate gravi.

La scomparsa improvvisa di Roberta Occhipinti ha lasciato un profondo vuoto nella comunità dei soccorritori del 118 e nella città di Ragusa, dove era molto conosciuta e apprezzata per la sua dedizione e professionalità. Il presidente del Seus 118 Sicilia, Riccardo Castro, ha voluto ricordarla con parole commoventi: “Aveva appena terminato il suo turno di servizio e stava tornando a casa dopo aver dedicato ancora una volta il suo tempo, la sua energia, la sua umanità a chi aveva bisogno. Ma il destino ha deciso di strapparcela via troppo presto. Roberta non era solo una professionista seria e preparata: era un’anima generosa, era una splendida operatrice di un servizio molto delicato, era una ‘ragazza’ della famiglia Seus”. Ha poi aggiunto: “Roberta era una di noi. E continuerà a esserlo, ogni giorno, in ogni ambulanza, in ogni soccorso, in ogni cuore”.

Numerosi colleghi e amici hanno espresso il loro dolore per la perdita di una persona che incarnava i valori fondamentali del servizio di emergenza sanitaria. Un soccorritore presente sul luogo dell’incidente ha raccontato con voce spezzata: “L’urlo della sirena dell’ambulanza, la corsa verso il luogo dove è avvenuto l’incidente e poi l’amara e tragica scoperta. Tra le lamiere c’eri tu, la mia amica e collega Roberta”. Queste parole testimoniano la profonda stima e affetto che Roberta Occhipinti aveva saputo conquistare tra i suoi colleghi.

La comunità locale si è stretta attorno alla famiglia della donna in questo momento di grande dolore. La sua dedizione al lavoro e la generosità dimostrata nel corso degli anni hanno lasciato un segno indelebile in chi l’ha conosciuta. Per tutti coloro che operano nel settore del soccorso sanitario, la perdita di una collega rappresenta un duro colpo, ma anche un’occasione per riflettere sull’importanza del loro ruolo nella società.

L’incidente ha sollevato interrogativi sulle condizioni di sicurezza della strada Ragusa mare, teatro di numerosi sinistri negli ultimi anni. Le autorità locali stanno lavorando per ricostruire con precisione la dinamica dello scontro e individuare eventuali responsabilità. Nel frattempo, la comunità si prepara a rendere omaggio alla memoria di Roberta Occhipinti, ricordandola come una professionista instancabile e una persona dal cuore grande.

La tragedia di Marina di Ragusa evidenzia ancora una volta quanto sia delicato il lavoro dei soccorritori, spesso esposti a rischi sia durante i turni che nei momenti di vita privata. La perdita di Roberta Occhipinti rappresenta non solo un lutto personale per chi l’ha conosciuta, ma anche un monito per garantire maggiore sicurezza sulle strade e tutelare chi dedica la propria vita al servizio degli altri.



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