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Omicidio Sara Campanella, la famiglia denuncia la madre di Argentino: “Vogliamo sapere se ha avuto aiuti”



Questa mattina, presso la Corte d’assise di Messina, si è tenuta l’unica udienza relativa al caso del femminicidio di Sara Campanella, la giovane uccisa a coltellate lo scorso 31 marzo in una strada della città siciliana. Il procedimento si è chiuso ufficialmente a seguito del suicidio dell’imputato, Stefano Argentino, avvenuto il 6 agosto in carcere. Come previsto dalla legge in situazioni simili, giudice e avvocati hanno presenziato per formalizzare la chiusura del processo per “morte del reo”. La sentenza è stata emessa dopo una breve camera di consiglio.



Al termine dell’udienza, Concetta Serrano Spagnolo, madre di Sara Campanella, ha espresso il suo dolore e la volontà di ottenere giustizia: “Finora c’è stato silenzio, necessario per un dolore così grande, ma siamo qui per dare giustizia a Sara. Perché Sara deve avere giustizia: vogliamo la verità. Se ci sono responsabilità, allora si trovino. La sua luce continuerà a illuminarci perché lei era amore e continuerà a dare amore”.

Nella stessa giornata, i legali della famiglia Campanella – Cettina La Torre, Filippo Barbera e Riccardo Meandro – hanno depositato una memoria agli atti del procedimento, annunciando l’intenzione di presentare un esposto alla Procura. Gli avvocati chiedono che vengano svolte ulteriori indagini per verificare eventuali responsabilità di terzi nell’omicidio. In particolare, la denuncia è stata indirizzata contro la madre di Stefano Argentino, Daniela Santoro, ipotizzando un possibile favoreggiamento e concorso morale nel reato.

Secondo quanto riportato dai legali, la donna avrebbe aiutato il figlio a nascondersi dopo il delitto. Inoltre, sono stati depositati messaggi che evidenzierebbero un atteggiamento ambiguo da parte della madre nei confronti delle ossessioni manifestate dal giovane per Sara Campanella. L’avvocata La Torre ha dichiarato: “Abbiamo presentato alla Procura un esposto e chi di competenza accerterà eventuali responsabilità di terzi. La madre di Stefano Argentino blandamente invitava il figlio a lasciar perdere, ma non si è sempre tirata indietro nel momento in cui Stefano manifestava la sua ossessione per Sara Campanella. E abbiamo depositato anche dei messaggi in cui la madre gli scriveva: ‘Dai tempo al tempo’. O ‘Volere è potere’.”

I legali hanno inoltre sottolineato che Stefano Argentino avrebbe confidato alla madre il crimine solo una volta tornato nella loro abitazione a Noto, dopo aver viaggiato insieme in auto. La donna ha raccontato ai carabinieri di aver ricevuto una chiamata dal figlio subito dopo l’omicidio: “Era disperato, mi ha detto che stava per uccidersi.” Durante il viaggio da Noto a Messina, madre e figlio sarebbero rimasti al telefono per evitare gesti estremi. Una volta arrivata sul posto, la donna avrebbe accolto il figlio in auto: “È salito in auto, aveva un cappuccio in testa e teneva il volto contro il sedile. Non ha detto una parola.” Solo successivamente, nella loro casa, il giovane avrebbe confessato: “Ho ucciso Sara”. Poco dopo, i carabinieri hanno bussato alla porta e proceduto con l’arresto.

L’avvocata La Torre ha aggiunto ulteriori dettagli sul comportamento del ragazzo nei confronti della vittima: “Stefano Argentino in due anni ha inviato soltanto tre messaggi a Sara Campanella. E ci sono stati appena due tentativi di approccio. Sara non ha avvertito mai alcun pericolo. Quel maledetto giorno dava le spalle al suo assassino. Proprio perché non si sentiva in pericolo.”

La famiglia di Sara Campanella ribadisce la volontà di ottenere chiarezza su quanto accaduto e di accertare eventuali responsabilità che possano emergere dalle indagini. Per ora, il caso si chiude formalmente con la morte dell’imputato, ma la richiesta di giustizia da parte dei familiari della vittima resta viva e determinata.



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