Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha affrontato le recenti controversie che lo hanno coinvolto, ribadendo la sua intenzione di non cedere alle pressioni della Lega riguardo all’obbligo vaccinale per i bambini. “Rivedere l’obbligo vaccinale? Non esiste. Non è nel programma del centrodestra e nessuno me ne ha mai parlato,” ha dichiarato Schillaci, sottolineando che il tema non è attualmente all’ordine del giorno.
Le polemiche sono emerse ad agosto, quando Schillaci aveva inizialmente nominato e poi revocato il NITAG, il Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni. Questo organismo indipendente è composto da esperti che forniscono pareri scientifici sui vaccini e sulle politiche vaccinali. Tra i membri nominati figuravano Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite, due medici noti per le loro posizioni scettiche riguardo ai vaccini contro il COVID-19 e ai vaccini pediatrici. La loro inclusione nel NITAG aveva suscitato forti polemiche, portando decine di migliaia di medici e scienziati, incluso il premio Nobel Giorgio Parisi, a firmare un appello per la loro rimozione.
Schillaci ha affermato di non essere stato informato della nomina dei due medici scettici, sostenendo che questa decisione era stata presa da altri funzionari all’interno del suo ministero. “Il comitato sui vaccini? Certo, rifarei tutto,” ha detto Schillaci al Fatto Quotidiano e al Messaggero. “Quella commissione a dire il vero non è mia, negli anni passati non era stata mai convocata. Non conosco di persona questi due medici. So solo che di vaccini e vaccinazione devono parlare i medici esperti di questa materia.”
In merito alla questione dei vaccini, Schillaci ha avvertito che è fondamentale non politicizzare il tema. Le sue osservazioni sembrano rivolte specificamente alla Lega e al suo leader, Matteo Salvini, che ha criticato il ministro per la gestione delle nomine nel NITAG. Salvini ha approfittato delle polemiche per riaffermare la posizione della Lega contro l’obbligo vaccinale per i bambini, sostenendo che “dirsi dubbiosi sull’obbligo vaccinale, che non c’è nella maggior parte dei Paesi europei, non penso sia antiscientifico, penso sia di buonsenso.”
L’obbligo vaccinale in Italia è stato introdotto nel 2017 con il decreto Lorenzin, che prevede che tutti i bambini e ragazzi fino a 16 anni debbano sottoporsi a dieci vaccinazioni. Questa legge è stata implementata per affrontare un significativo calo della copertura vaccinale, che ha portato a un aumento del rischio di malattie gravi, come il morbillo. I bambini che non ricevono le dieci vaccinazioni (eccetto quelli esentati per motivi medici) non possono accedere agli asili nido e alle scuole materne.
Salvini ha da tempo messo in discussione la necessità di tali obblighi, affermando che possano comportare rischi per i bambini e che potrebbero essere influenzati da pressioni delle case farmaceutiche per incrementare le vendite di vaccini. Tuttavia, non esistono evidenze a sostegno di queste affermazioni, e le preoccupazioni riguardo alla sicurezza delle vaccinazioni obbligatorie non trovano riscontro nella comunità scientifica.
In un colloquio con il Messaggero e il Fatto Quotidiano, Schillaci ha dichiarato: “Io sono tranquillissimo, vediamo che succede. Non mi sento sfiduciato dalla premier. In Consiglio dei Ministri altrochè se ci vado: ci vado sempre, scrivetelo.” Il ministro ha chiarito che non intende rinnovare la commissione sui vaccini, definendola “non così importante”.
In merito alla possibilità di rivedere l’obbligo vaccinale, Schillaci è categorico: “Rivedere l’obbligo non esiste. Non è nel programma del centrodestra. E nessuno me ne ha mai parlato. Ognuno ha le sue idee ed io rispetto le opinioni di tutti. Ma la revisione della legge Lorenzin non c’è: non è all’ordine del giorno.”
Schillaci ha inoltre sottolineato il suo ruolo di ministro tecnico, scelto per le sue competenze e non per affiliazioni politiche. “Io sono un professore universitario. Vengo dal mondo scientifico e quel mondo ha le sue regole,” ha affermato. “La salute è un patrimonio da preservare, andrebbe tolta dall’agone. Abbiamo uno straordinario servizio sanitario nazionale, al netto delle tante difficoltà di chi ci lavora ce lo invidiano nel resto del mondo.”



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